A Cuba finisce l’èra dei Castro. Cosa cambia? (Nulla)
19/04/2018 di Matteo Garavoglia
Giovedì 19 aprile Miguel Diaz-Canel è stato eletto terzo presidente del consiglio di Stato di Cuba.
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Si tratta di fatto di una non-notizia (il suo nome era già noto da tempo) con 603 deputati su 604 dell’Assemblea monocamerale che hanno votato la prima personalità ad assumere tale carica non avendo Castro nel cognome e ad essere nata dopo la rivoluzione del 1959.
Oltre a questi elementi di novità, ce ne sono altri? No. La risposta secca è giustificata dal fatto che Diaz-Canel sia uomo fedele al regime e conservatore. Per questo motivo continuerà sulla strada intrapresa da Raul in attesa del Congresso del partito comunista previsto nel 2021.
🇨🇺 #AHORA Habla el nuevo presidente de #CUBA Miguel Díaz-Canel: “el mandato dado por el pueblo es el de dar continuidad a la Revolución. Seremos fieles a legado de Fidel y Raúl” pic.twitter.com/bsAmTdmv9A
— Unidad Ciudadana Patria Grande (@UCPatriaGrande) 19 aprile 2018
Con l’uscita dei fratelli Castro (Fidel è morto nel 2016), la situazione rimane invariata, sia all’interno che all’esterno del Paese. Le recenti aperture del regime comunista con l’amministrazione Obama sono state immediatamente congelate dal presidente Trump.
Dentro l’isola, invece, la popolazione ha assistito a una lenta liberalizzazione dell’economia e dei diritti personali.
Dal 2008 al 2018 l’amministrazione Raul Castro ha dato da un lato e continuato sul conservatorismo dall’altro. Diaz-Canel farà altrettanto: “Il mandato dato dal popolo è di dare continuità alla rivoluzione. Saremo fedeli all’eredità di Fidel e Raúl“. Amen.
(Foto credits: Ansa)