Csm, Palamara accusa Erbani di essere la talpa: «Stanno cercando di tirare in mezzo Mattarella»

13/06/2019 di Redazione

Nel grande scandalo che sta coinvolgendo le toghe italiane del Csm, si cerca di chiamare in causa – in qualche modo – anche il Quirinale. Non bisogna dimenticare che il presidente della Repubblica è anche il presidente dell’organo di autogoverno della magistratura. Così Luca Palamara ha accusato, nel corso dei suoi interrogatori, Stefano Erbani -vconsigliere della presidenza della Repubblica per gli Affari e per l’amministrazione della Giustizia – di essere la talpa che passava alcune informazioni cruciali, soprattutto nell’ottica delle successive indagini su quanto stava accadendo all’interno dell’istituzione.

Csm, l’interrogatorio di Palamara e ‘la talpa’

I magistrati che interrogano Luca Palamara, indagato per corruzione, gli chiedono da dove avesse appreso che il suo telefono si trovava sotto intercettazione, agganciato dal sistema Trojan che permette agli inquirenti di trasformare il cellulare in un microfono che può ascoltare anche le conversazioni che non passano attraverso la rete. Si fa esplicito riferimento alla voce che quella informazione possa essere partita da Stefano Erbani. Quest’ultimo è il consigliere della presidenza della Repubblica per gli Affari e per l’amministrazione della Giustizia.

Csm, la risposta di Erbani alle accuse

Si tratta del primo coinvolgimento in causa di Erbani che, fino a questo momento, non era stato interessato da sospetti. Intervistato da Repubblica, non usa giri di parole: «Attaccano me per chiamare in causa di Presidente della Repubblica – dice -. È falso che abbia mai avuto rapporti con Palamara e con Ferri (il deputato del Pd che, insieme a Luca Lotti, è coinvolto nella vicenda, ndr). Sono calunnie e la storia è semplicemente e completamente falsa».

Sembra proprio il tentativo di chiamare in causa il Quirinale nella vicenda. Fino a questo momento, la presidenza della Repubblica era rimasta solo sullo sfondo di quanto stava accadendo, manifestando preoccupazione per quanto via via stava emergendo dalle prime evidenze dell’inchiesta sulla magistratura. Ora, il tentativo di chiamarla in causa direttamente sembra palese.

FOTO: ANSA/GIUSEPPE LAMI

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