La logistica di Amazon da applicare ai vaccini, secondo Crisanti

Per questo motivo, il microbiologo dell'università di Padova ha espresso contrarietà nei confronti della nomina di Figliuolo come commissario straordinario all'emergenza

04/03/2021 di Redazione

La logistica di Amazon contro il Genio civile dell’Esercito, Andrea Crisanti contro Figliuolo nella distribuzione dei vaccini. È questa la sintesi della dichiarazione del microbiologo dell’Università di Padova – che un anno fa è stato cruciale nelle prime fasi della gestione dell’emergenza coronavirus in Veneto – nel corso dell’appuntamento del mercoledì con lo streaming della Fondazione Luigi Einaudi. Crisanti, infatti, ha sottolineato come – per avere una distribuzione efficace dei vaccini – si sarebbe dovuto guardare, più che all’organizzazione militare, a quella di un colosso come Amazon, leader della logistica nel mondo.

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Crisanti contro Figliuolo per la logistica dei vaccini

Crisanti ha affermato di aver parlato con il governo due mesi fa, quando cioè Mario Draghi non era ancora diventato presidente del Consiglio. A quell’epoca, infatti, nel contesto della corsa al vaccino che è stata affrontata dal Conte 2 e, quindi, dalla gestione commissariale dell’emergenza firmata Domenico Arcuri, Crisanti aveva consigliato di affidarsi, per la distribuzione dei sieri, agli esperti di Amazon.

«Non lo avevo detto a caso – ha detto Crisanti -, Amazon è un gigante nella logistica. Con tutto il rispetto, il nostro generale del Genio, in confronto agli ingegneri di Amazon, è un apprendista. L’azienda è in grado di movimentare miliardi di pacchi al giorno, distribuendoli su tutto il pianeta. Ci volevano esperti in ingegneria e informatica che stanno in Amazon non nell’Esercito. Se avessero preso lo chief executive officer di Amazon sarei stato più tranquillo».

Insomma, il generale Francesco Paolo Figliuolo viene considerato un apprendista nei confronti di Amazon e, in ogni caso, il microbiologo non lo ritiene adatto per rivestire il ruolo di coordinatore della campagna vaccinale, ereditato da Domenico Arcuri. Ma di cosa parla Crisanti quando fa riferimento esattamente alla logistica di Amazon?

Crisanti contro Figliuolo

Si tratta del sistema che ha permesso al colosso di Jeff Bezos di essere il leader nella distribuzione di beni nel mondo. Non soltanto l’ecommerce tradizionale che siamo abituati, quasi per antonomasia, a indicare. La presenza di numerosi centri di stoccaggio in tutto il mondo, infatti, garantisce una base per la raccolta delle merci che dovranno così essere distribuite su base territoriale, senza che ci siano aree scoperte. Dallo stoccaggio, poi, Amazon distribuisce sul territorio nazionale e a livello internazionale grazie a delle partnership (realizzate «al miglior prezzo», secondo il sito ufficiale di Amazon) con delle aziende di corrieri che, a loro volta, provvedono a effettuare il tratto più breve per arrivare direttamente al consumatore.

La logistica ok, ma le trattative con le case farmaceutiche?

Ovviamente, i vaccini sarebbero stati una merce molto più delicata di libri o di qualsiasi altra cosa sia possibile acquistare su Amazon. Ma un sistema oliato come Amazon sarebbe sicuramente riuscito a individuare delle soluzioni adatte (soprattutto per la conservazione a -70° di alcune tipologie di vaccini, cosa che a un certo punto era diventata una sorta di spettro per la distribuzione dei vaccini e di cui oggi ci siamo già dimenticati).

Il problema, come al solito, sta a monte. La distribuzione, nonostante i problemi evidenziati soprattutto negli ultimi giorni, non rappresenta la “questione originaria” da cui prende le mosse una campagna vaccinale condotta a rilento. Il problema risiede sempre nella produzione dei sieri da parte delle singole case farmaceutiche e – non in ultima istanza – anche nel lungo iter di approvazione della conformità da parte delle autorità farmaceutiche a livello europeo. Su quel punto, come sarebbe dovuto intervenire Amazon? Nemmeno Prime avrebbe fatto miracoli.

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