Cosa sappiamo sul video virale “maximo uno/due giorni”

Il filmato che mostra un giovane che prova a lasciare in pegno il suo telefono a un negoziante è il più condiviso sui social

05/08/2021 di Redazione

I social vivono di ondate virali. Qualche tempo fa, per esempio, il video più condiviso in rete era quello del presunto tatuaggio sbagliato “Nankurunaisa“. Poi, in realtà, la storia era ben diversa da quel che appariva sul web. Un destino simile al video che i social hanno denominato “Maximo 1-2 giorni” che sta attirando l’attenzione e l’ironia di molti utenti su tutte le piattaforme. Ma cosa sappiamo della storia di questo ragazzo che prova a dare in pegno il suo telefono in cambio di 250 euro?

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Non pubblicheremo il filmato (ci limiteremo solamente allo screenshot utilizzato come immagine a corredo di questo articolo) per motivi di privacy: condividere un filmato senza l’autorizzazione del diretto interessato, infatti, costituisce un reato. Inoltre, l’intera dinamica di quanto immortalato e pubblicato sui social fa sorgere alcune perplessità. Ma proviamo a ricapitolare e a descrivere la situazione.  La registrazione – per posizione e dinamica possiamo concludere con l’assoluta certezza – è stata fatta partire dallo stesso rivenditore di smartphone a cui si è rivolto il giovane. Non conosciamo la sua identità (e, al momento, poco ci interessa), nonostante sui social stiano circolando alcuni nomi.

“Maximo 1 2 giorni”, cosa sappiamo del video virale

Sta di fatto che il protagonista del video “Maximo 1-2 giorni” (a breve capirete perché è stato chiamato così), si rivolge al proprietario del negozio con queste parole: «Mi servono soldi oggi per fare altri soldi. Io, se ti lascio questo telefono adesso, e tu mi dai 250 euro, io te li riporto domani, te ne do anche 280-300 e tu mi ridai il telefono indietro. Se io non te li porto, tu ti tieni il telefono. Mi dai maximo 1-2 giorni (da qui il nome del filmato, ndr). Io adesso esco di qua, punto solo una cosa: a fare soldi. Perché questo qui, posso dirti una cosa? È il mio cuore che ti sto lasciando. Se io te lo lascio ti chiedo soltanto una cosa col mio cuore: di non accenderlo, di non guardarlo, di non toccarmi niente. Perché se lo accendi, tocchi, mi guardi qualsiasi cosa, mi incaz*o peggio di tutti. Se le cose mi vanno bene, ti ricompenso ad alto livello. Se vuoi togliere la pellicola per dare il controllo devi essere sicuro al 100%, perché anche questa pellicola, anche a lei ci tengo. Nulla, non ti sto a ripetere due volte. Ti ricompensavo anche con cento euro tra due giorni, se non lo vengo a prendere rimane tuo il telefono, è un patto che stiamo facendo. Non riesci? Arrivederci grazie».

Un discorso che appare privo di razionalità, sia per la richiesta che per le modalità con cui il giovane in maglietta verde militare si è presentato al cospetto del rivenditore. Sappiamo, tra i pochi dettagli emersi, che si tratta di un negozio che vende articoli legati al mondo della telefonia in una grande città del Nord e che si tratta di un qualcosa che risale sicuramente all’ultimo anno e mezzo (vista la mascherina “agganciata” al suo braccio). Per il resto, però, si conosce poco o nulla.

Perché non condividerlo

Un discorso e un video che sono diventati immediatamente meme virali online. Su di lui non si sa molto, ma adesso è partita – come spesso accade sui social (un “illustre” esempio eccellente è stato “Bomba Anarchica” a Roma) la “caccia” agli avvistamenti. Nelle ultime ore, infatti, sta circolando una foto di questo ragazzo mentre si trova in un auto-salone a visionare un’automobile di lusso. Non sappiamo, ovviamente, se si tratti di una persona in difficoltà – psicologiche o altro -, ma visti i precedenti potrebbe anche rappresentare una trovata di marketing social.

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