La Lazio rischia veramente la retrocessione per il caso tamponi?

La Procura della Figc ha aperto un fascicolo in base al regolamento approvato a giugno

04/11/2020 di Enzo Boldi

Prima positivi, poi negativi (o falsi positivi). Poi di nuovo positivi. Il caso tamponi a Formello rischia di creare un precedente. Nel pomeriggio di martedì la Procura Federale della Figc ha aperto un fascicolo dopo quanto accaduto nell’ultima settimana con alcuni giocatori indisponibili in Champions League dopo esser risultati contagiati, poi in campo in Serie A contro il Torino dopo i test rapidi (approvati dal nuovo protocollo) e ora, alla vigilia del match europeo di questa sera a San Pietroburgo contro lo Zenit, di nuovo positivi. Proviamo a capire cosa rischia la Lazio, realmente.

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Secondo quanto riporta La Gazzetta dello Sport questa mattina, il Presidente della Figc Gabriele Gravina era stato molto chiaro:

In caso di violazione, a carico della società responsabile si applicano, a seconda della sua gravità, le sanzioni di cui all’art. 8 che vanno dall’ammenda, alla penalizzazione, alla retrocessione all’ultimo posto fino all’esclusione dal campionato. La gravità della violazione è valutata in funzione del rischio per la salute dei calciatori, degli staff, degli arbitri e di tutti gli addetti ai lavori esposti al contagio da Covid-19, nonché dell’accertata volontà di alterare lo svolgimento o il risultato di una gara o di una competizione.

Cosa rischia la Lazio per il caso tamponi?

Ovviamente le ipotesi più estreme sono l’estrema ratio e non per questo di può affermare con certezza che il club di Claudio Lotito rischi la retrocessione in Serie B. Innanzitutto perché il fascicolo da parte della Procura della Figc è stato appena aperto e i biancocelesti hanno già fornito la loro versione dei fatti:

Contestualmente la scrivente società, che continua a monitorare periodicamente i propri tesserati attraverso qualificati laboratori, ha rilevato possibili criticità in relazione ai risultati ottenuti dall’organizzazione europea e, in un clima di piena collaborazione e di tutela della salute dell’intero gruppo e della più ampia comunità, sta valutando le singole posizioni di alcuni tesserati. Resta fermo che qualsiasi decisione sul tema sarà condivisa con l’UEFA anche per il tramite della FIGC. In ogni caso si raccomanda la comunità sportiva alla massima cautela nella divulgazione di notizie prive di fondamento e riscontri che potrebbero ledere il diritto alla privacy e di immagine della scrivente società e dei propri tesserati.

La situazione, dunque, deve essere analizzata e contestualizzata. Solo qualche giorno fa, infatti, il protocollo della Figc per i tamponi è stato aggiornato inserendo la possibilità di effettuare quelli rapidi prima delle partite di Serie A (ma anche in Serie B e C). Ma in Europa la Uefa non ha dato il via a questa ‘innovazione’, ritenendo validi solamente i risultati dei test classici. Un’altra questione, invece, riguarda l’affidabilità dei primi rispetto ai secondi. Ed è questa la chiave difensiva della Lazio. Tanta carne al fuoco per capire cosa rischia la Lazio, realmente.

(foto di copertina: da #CartaBianca, Rai3)

 

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