Cosa ha detto Mario Draghi sullo stato del digitale in Italia

Le parole del Presidente del Consiglio intervenuto mercoledì mattina in Senato

20/10/2021 di Enzo Boldi

Si tenta la rimonta, anticipando i tempi di intervento e gli obiettivi. Mercoledì mattina, intervenendo al Senato prima della sua partenza per partecipare al Consiglio Europeo (del 20 e 21 ottobre), Mario Draghi ha parlato anche dello stato dell’arte della transizione digitale in Italia. Per il momento il nostro Paese non è di certo tra i primi in classifica – rispetto agli altri Paesi della UE – in questa speciale graduatoria, ma il Presidente del Consiglio si è detto molto convinto che (anche) grazie al PNRR (frutto dei fondi europei della Next Generation EU) a breve ci sarà una forte accelerazione che porterà lo Stivale ad assumere il ruolo di apripista a livello continentale.

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«Per quanto riguarda l’agenda digitale, il Consiglio intende definire la tabella di marcia per gli obiettivi del 2030, anche con l’indicazione di scadenze e di un sistema di monitoraggio – ha spiegato Mario Draghi ai senatori -. Gli obiettivi europei per il 2030 riguardano quattro aree prioritarie: infrastrutture digitali sicure, efficienti e sostenibili; trasformazione digitale delle imprese; digitalizzazione dei servizi pubblici; competenze digitali». Si tratta di aspetti dove – anche con la pandemia – è emerso un evidente gap a livello internazionale, ma anche dentro i nostro confini. Basti pensare a quanto emerso dall’ultimo rapporto Censis-Lenovo sulla “Digital Life degli italiani” da cui è emerso un dato che sembra essere il classico bastone tra le ruote dello sviluppo digitale nel nostro Paese: 13 milioni di italiani sono raggiunti da una connessione scarsa e oltre 4,3 milioni di cittadini non hanno una connessione Wi-Fi.

Digitale in Italia, lo stato dell’arte secondo Draghi

Dunque, c’è ancora molto da lavorare sullo stato del digitale in Italia, ma il Presidente Draghi è fiducioso e annuncia l’obiettivo di tagliare i tempi rispetto all’obiettivo iniziale posto alla fine di questa decade: «L’Italia ha fatto propri questi obiettivi e ne ha anticipato il raggiungimento al 2026, anche grazie alle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Siamo ancora indietro, ma intendiamo colmare rapidamente il divario che ci separa dal resto d’Europa, e in alcuni settori arrivare a guidare la transizione digitale europea. Per farlo abbiamo stanziato 50 miliardi di euro, oltre un quarto della dotazione complessiva del Piano. La Presidenza del Consiglio e i Ministeri coinvolti hanno già predisposto meccanismi di verifica sui progressi compiuti. Questi non saranno eccessivamente gravosi e saranno basati su indicatori attendibili».

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