Cos’è la REM e perché sostituirà la PEC: le differenze

Cos'è la REM (meglio conosciuta come PEC europea), quando dovremo dotarcene e cosa cambia rispetto alla PEC?

04/01/2023 di Redazione

Cos’è la REM? Per capire di che costa si tratta partiamo, innanzitutto, dalla sigla: Registered Electronic Mail. Si tratta, per coloro a cui può essere capitato precedentemente di sentirla nominare, della cosiddetta PEC europea (termine più semplice da ricordare e con il quale è più facile avere familiarità, ma impreciso). La ragione per cui se ne sente parlare è che, di fatti, la REM sta per sostituire la PEC. La cosiddetta PEC europea è, a tutti gli effetti, un nuovo standard della posta elettronica certificata che andrà attivato secondo tempistiche e regole precise. In via ipotetica – almeno per ora – potrebbe essere obbligatorio attivare la REM a partire dai primi mesi del 2024. La REM nasce, in Europa, prendendo come modello la PEC italiana e avendo come scopo quello di standardizzare questa forma di comunicazione in tutti i paesi comunitari.

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Cos’è la REM e come funziona

Cos’è, quindi, la PEC europea? Partendo dalla definizione di PEC – una e-mail certificata che ha, sostanzialmente, lo stesso valore di una raccomandata A/R considerato che fornisce la prova dell’invio e della ricezione della comunicazione -, quando si parla di REM si allude a una PEC certificata che permetterà di fare la stessa cosa con un valore legale che non si limita all’Italia ma a tutto il territorio europeo.

Il punto, quindi, è avere a disposizione un servizio di invio e ricezione di posta elettronica legalmente certificato e che abbia la medesima valenza per tutti i cittadini dell’Unione europea. Perché si è reso necessario un passaggio? Per una questione di soddisfacimento di standard previsti dal Regolamento per il servizio elettronico di recapito certificato qualificato. Per inquadrare a livello più pratico la situazione, la PEC risulta non in linea perché – attualmente – non è prevista la verifica dell’identità da parte di chi la richiede così come non è previsto che il provider abbia l’obbligo di sottoporsi a verifiche di conformità da parte di organismi ufficiali.

La PEC europea prevede un meccanismo di garanzia dell’autenticazione e identificazione di mittente e destinatario all’interno del contesto di una registrazione dell’utenza presso un REMSP così che possa essere identificata. La registrazione impone, durante il procedimento, che avvenga l’identificazione prima dell’utilizzo del servizio garantendo la piena interoperabilità delle caselle certificate e qualificate.

Quali sono le differenze tra PEC E REM?

La prima differenza tra PEC e REM – la più rilevante – è quella che vede la REM raggiungere e rispettare lo standard europeo aggiungendo ai principi della PEC quello di resistenza ai crimini informatici. Considerato l’aumento e la maggiore sofisticatezza di attacchi hacker e violazioni informatiche si tratta, a questo punto, di un passaggio necessario per garantire una maggiore sicurezza delle comunicazioni ufficiali e con valenza legale dei cittadini europei.

La REM, nello specifico e a differenza della PEC, richiederà di soddisfare i requisiti SERCQ (ovvero il servizio elettronico di recapito certificato e qualificato) andando oltre i certificati già previsti dai regolamenti eIDAS e SERC. Cosa cambia per i cittadini? Passando alla REM, gli utenti potranno utilizzare la posta elettronica certificata per comunicare tra cittadini, imprese e pubblica amministrazione in tutta Europa e non solo in Italia, in sostanza, e queste comunicazioni manterranno il valore legale che attualmente hanno con la PEC ma – in più – avranno un livello superiore di sicurezza, avendo una certificazione per evitare crimini informatici.

Da PEC a REM, cosa cambia per gli utenti?

Per capire cos’è la REM a livello pratico, per l’utente PEC nel passaggio a questo nuovo sistema non dovrebbe esserci nessun cambiamento significativo. L’interfaccia di utilizzo della posta certificata dovrebbe rimanere lo stesso, quello che dovrebbe cambiare è il formato delle ricevute e la loro conservazione. Verrà richiesto – in questo specifico caso – che le pubbliche amministrazioni provvedano al passaggio in tempi rapidi, pena il rischio di non riuscire ad accedere alla propria casella di posta elettronica certificata in assenza di un passaggio effettuato correttamente.

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