Corteo Ramelli a Milano, la procura indaga per «manifestazione fascista»

30/04/2019 di Redazione

Le immagini stanno per essere visionate, fotogramma dopo fotogramma, dalla Digos. Le indagini coordinate da Alberto Nobili, responsabile dell’antiterrorismo milanese, e dal pm Piero Basilone stanno valutando la possibilità che il corteo neofascista svoltosi nella giornata del 29 aprile a Milano, per ricordare Sergio Ramelli (giovane ucciso da Avanguardia Operaia) possa essere trattato come «manifestazione fascista». Un reato.

Corteo Ramelli, le indagini della procura

Il corteo, infatti, non era stato autorizzato dalla questura. Vista la presenza di una contromanifestazione antifascista, a pochi passi dai luoghi del raduno delle persone che si erano unite per commemorare Ramelli, alcune decine di persone hanno iniziato a muoversi verso il nuovo corteo. La polizia ha innalzato un cordone protettivo e ha anche caricato i manifestanti, ferendo due persone in modo lieve.

Il saluto romano davanti alla scritta per Ramelli

Alla fine della manifestazione, poi, il corteo di manifestanti neofascisti si è raccolto davanti alla scritta commemorativa per Sergio Ramelli, ha fatto il saluto romano e ha gridato «Presente!». Tra le ipotesi di reato al vaglio della procura ci sarebbe anche quella di resistenza a pubblico ufficiale, visto che il corteo vietato dalla questura è andato comunque avanti. La giornata di commemorazione per Sergio Ramelli era iniziata in maniera pacifica: persino il sindaco di Milano Giuseppe Sala, in un gesto di pacificazione e di distensione, si era recato nel giardino pubblico dedicato al giovane ucciso da Avanguardia Operaia per collocare una corona di fiori sulla targa.

Quello che è successo dopo, con la guerriglia urbana per le strade di Milano e la presenza di persone che hanno fatto il saluto fascista, non può non essere esaminato. Anche se in passato, in caso di commemorazioni, il saluto romano non è stato interpretato come apologia del fascismo. Bisognerà valutare gli estremi e le motivazioni della procura.

FOTO: ANSA/NICOLA MARFISI

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