Coronavirus, firmato il protocollo per la sicurezza dei lavoratori

Dopo un lungo confronto tra sindacati e imprese, andato avanti nella notte, è stato firmato il ‘protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del coronavirus negli ambienti di lavoro’. L’intesa, nell’attesa di attuazione del protocollo, prevede ammortizzatori sociali per tutti e qualche giorno di chiusura per le fabbriche.

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La nota dei sindacati: «Bene protocollo, salute è priorità»

Dopo la lunga trattativa – in cui Cgil, Cisl e Uil puntavano a un protocollo condiviso sulle regole da seguire, in particolare per tutti coloro che non possono attuare lo ‘smartworking‘, cioè il lavoro da casa – i sindacati hanno pubblicato una nota, in cui si dicono soddisfatti dell’intesa raggiunta: «Questa mattina, presso la Presidenza del Consiglio, Cgil, Cisl e Uil hanno sottoscritto con il Governo e le parti datonali un protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro. È un risultato molto importante in una fase che impone a tutti massima responsabilità nel garantire, prima di ogni altra cosa, la sicurezza e la salute dei lavoratori e delle lavoratrici. La salute di chi lavora è per noi un’assoluta priorità che deve precedere qualunque altra considerazione economica o produttiva», si legge nel comunicato.

Furlan (Cisl): «È prevalsa la responsabilità»

«È stata una lunga notte di discussione, ma alla fine è prevalso un senso di comune responsabilità e di positiva unità che ci porterà ad adottare tutte quelle soluzioni straordinarie ed urgenti che potranno favorire il contrasto nei luoghi di lavoro alla diffusione del coronavirus in ragione delle specificità di ogni singola realtà produttiva e delle situazioni territoriali». È quanto ha detto la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, dopo la firma del protocollo di sicurezza. «La nostra priorità rimane quella di tutelare la salute e il reddito di tutti i lavoratori italiani», ha concluso Furlan.

[CREDIT PHOTO: FACEBOOK/GIUSEPPE CONTE]

 

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