Il coronavirus che si allevia per atteggiamento ‘opportunistico’: «Così può convivere con il suo ospite»

07/05/2020 di Redazione

L’opinione dei ricercatori sul coronavirus più debole negli ultimi giorni sta andando nella direzione di un cambiamento da parte del Sars-COV-2 che è stato notato negli ultimi giorni nei pazienti che arrivano negli ospedali italiani. Ora, se è vero che in questa fase si sta assistendo a un flusso più debole del contagio favorito senz’altro dalle misure del lockdown che sono state molto rigide e che, per questo, hanno limitato fortemente la malattia, è pur vero che vanno prese in considerazione alcune ipotesi dei ricercatori sulla tipologia di virus che sta imparando a convivere con l’essere umano.

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Coronavirus più debole: la teoria della sua ‘convivenza’ con l’essere umano

In modo particolare, oltre a quanto avevamo scritto anche nella giornata di ieri, Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia all’Ospedale San Raffaele e professore all’Università Vita Salute San Raffaele, ha sottolineato come il coronavirus stia diventando più debole per una sorta di atteggiamento ‘opportunistico’. Se, infatti, la sua potenza non è così forte da uccidere il suo ospite, l’essere umano che viene contagiato, allora il virus avrà più possibilità di sopravvivere e di riprodursi. Altrimenti, se uccide il proprio ospite, quest’ultima possibilità viene meno.

Ma non è l’unica osservazione che è stata fatta a proposito di questa ‘fase 2’ dell’evoluzione del coronavirus. Infatti, altri coronavirus molto simili al Sars-Cov-2 sono diffusi in natura da centinaia di anni. Non provocano stati influenzali molto seri, nulla che non possa essere curato in maniera molto meno invasiva dell’attuale epidemia: è possibile che anche questi coronavirus all’inizio fossero molto aggressivi e che soltanto in un secondo momento si siano adattati ai propri ospiti presentandosi in forme più blande che ne favoriscono la diffusione e la riproduzione.

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