«Oggi in Europa ci sono più contagi rispetto al mese di marzo»
L'allarme lanciato dall'Oms
18/09/2020 di Enzo Boldi
La situazione non è delle migliori, come mostrano i numeri quotidiani sul Coronavirus in Europa. Mentre in Italia i dati si mantengono piuttosto stabili, seppur in crescita rispetto ai mesi di giugno e luglio, nel resto del Vecchio Continente si rischia di tornare a provvedimenti restrittivi per contenere quella che sembra essere una seconda ondata. In Gran Bretagna, nella giornata di ieri, è stato deciso un nuovo lockdown (non a livello Nazionale) che coinvolge circa dieci milioni di cittadini. E ora arriva anche il nuovo allarme lanciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
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Diecimila casi in Francia in sole 24 ore. Quattromila nel Regno Unito. Numeri alti anche in Spagna e Germania. L’Italia sembra essere il Paese con dati migliori. Secondo Hans Kluge, chirurgo belga e rappresentante dell’Oms, il trend del mese di settembre è allarmante. In alcune Nazioni, infatti, nelle ultime settimane sono stati registrati contagi di gran lunga superiori a quelli conteggiati nel mese di marzo, il periodo del picco della pandemia.
Coronavirus in Europa, dati peggiori rispetto a marzo
In Italia i numeri sono leggermente differenti e più bassi rispetto al resto del Vecchio Continente. Per questo motivo, a differenza di Spagna, Francia e Regno unito non le misure di ‘zona rossa’ sono state limitate a rioni o determinati quartieri. Zone in cui i focolai hanno segnato un’impennata dei casi. E in questo ambito si inserisce la disputa sulla quarantena ridotta, tema che si sta affrontando anche nel nostro Paese.
La quarantena ridotta
La Francia, per esempio, ha ridotto da 14 a 7 i giorni di isolamento per chi risulta positivo ai test. Il nostro Comitato Tecnico-Scientifico, per il momento, ha escluso questa possibilità. E su questa falsariga sembra muoversi anche l’Oms che, vedendo la situazione Coronavirus in Europa, si auspica un ritorno ai vecchi protocolli per contenere questa nuova ondata nel Vecchio Continente.
(foto di copertina: da Pixabay)