Coronavirus, Brusaferro: «Curva epidemica in calo, ma guai ad abbassare la guardia»

«In tutte le regioni i casi sono in decremento ma rimangano le differenze tra le regioni che dividono sostanzialmente in tre aree il paese. Anche in Lombardia c’è un decremento giornaliero dei casi». Sono parole che lasciano ben sperare quelle con cui il Presidente dell’istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro, ha aperto la conferenza stampa settimanale sull’andamento dell’epidemia da coronavirus in Italia. «La curva epidemica è stabile ed è in calo. Ora tanto più andremo verso un numero di casi limitato tanto più il sistema sarà sensibile per individuare subito i casi. Sta crescendo la quota degli asintomatici», ha detto ancora Brusaferro. Che poi si è soffermato sul numero dei pazienti ricoverati in terapia intensiva all’interno degli ospedali: « L’Italia è a più velocità ma non abbiamo segnali di sovraccarico dei servizi ospedalieri, sia per quanto riguarda le terapie intensive sia per quanto riguarda i reparti. L’obiettivo è evitare la ripartenza di curve epidemiche sapendo che ci potranno essere degli episodi di ricrescita dei casi nei territori».

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Brusaferro, in ogni caso, ha voluto precisare come oggi il virus ancora sia in circolazione «e quindi non possiamo allentare le misure di protezione individuale. Tuttavia il piccolo picco in Molise e in Umbria è rapidamente rientrato e questo ci fa ben sperare. Non possiamo escludere un incremento nelle prossime settimane ma non si tratta di una pagella settimanale delle regioni. Però possiamo incamminarci con fiducia sapendo che ci potranno essere momenti di incremento dei casi ma sapendo anche che abbiamo un sistema capace di intercettarli. In questo momento serve la collaborazione di tutti: oggi i dati che abbiamo in nostro possesso sono buoni ma non ci danno la garanzia della capacità delle regioni di intervenire», ha concluso Brusaferro.

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha pubblicato un tweet in cui commenta le parole di Brusaferro: «I dati del monitoraggio sono incoraggianti. Ci dicono che il Paese ha retto bene le prime aperture del 4 maggio. Ma guai a pensare che la partita sia vinta. Serve massima cautela. Basta poco a vanificare i sacrifici fatti finora».

[CREDIT PHOTO: FACEBOOK/MINISTERO DELLA SALUTE]

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