Trump apre la convention repubblicana: “Perdiamo solo con i brogli”

Il presidente ha accettato ufficialmente nel pomeriggio la nomination attaccando Biden, Obama e il voto per posta

25/08/2020 di Redazione

La convention repubblicana si è aperta nell’unico modo possibile, con l’incoronazione di Donald Trump a candidato ufficiale del Grand Old Party alla Casa Bianca. E davanti ai delegati dei vari Stati che hanno ufficialmente nominato Trump, il presidente non ha voluto far mancare nessuno dei suoi grandi classici: da “Sleepy Joe” agli attacchi a Obama, passando per la demonizzazione del voto per posta e il presunto Spygate, fino a terminare con il suo nuovo grande classico: il fatto che può perdere solo con i brogli.

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Trump apre e chiude la convention repubblicana

Trump ha quindi aperto la convention repubblicana e la chiuderà giovedì sera col discorso finale dal Rose Garden della Casa Bianca. Una scelta che ha fatto molto discutere per la volontà di tenere un discorso di partito in una sede istituzionale. Ma a far discutere, oltre agli speaker della convention di Charlotte, in Nord Carolina, sono soprattutto le frasi del presidente che, accettando la nomination, ha di fatto ripetuto per l’ennesima volta i suoi dubbi sul voto postale e la sua certezza sul fatto che solo con brogli clamorosi i democratici potrebbero vincere le elezioni.

Parole pesanti, che secondo molti esperti, sembrano fatte apposta a preparare il terreno a un contenzioso legale in caso di sconfitta il 3 novembre, ma soprattutto a caricare i propri sostenitori a non mollare in caso di ko del loro candidato. Una scelta pericolosa quindi, ma che rientra pienamente nel personaggio Trump, che ha raccolto tutti e 336 i delegati del partito e che secondo i sondaggi ha convinto anche il 75 per cento dei repubblicani che i 175mila morti legati al Covid sono una cifra accettabile e che la gestione dell’emergenza da parte della Casa Bianca è stata un successo.

L’addio di Kellyanne e la coppia dei fucili di St. Louis

La giornata era iniziata con la notizia dell’addio di Kellyanne Conway, una delle più strette collaboratrici di Trump ma anche moglie di George Conway, un importante personalità dell’universo repubblicano da sempre ostentatamente ostile al presidente. Dopo mesi di botta e risposta sui social e dopo che la figlia 14enne della coppia Claudia ha chiesto online l’emancipazione dalla famiglia creando ulteriori polemiche, Conway ha annunciato l’addio per stare dietro alla famiglia. “Un brutto colpo” come ha detto il capo dello staff visto che fu proprio l’arrivo di Conway, insieme a quello di Steve Bannon, a rilanciare la campagna di Trump nel 2016 facendola diventare una delle poche intoccabili alla Casa Bianca. A tirare su il morale del presidente però ci sono state le lodi di tutti gli speaker intervenuti sul palco o via streaming, tra i quali, oltre al cardinale di New York Dolan, ci sono avvicendati ex giocatori della NFL e partecipanti di The Apprentice, il reality che ha rilanciato Trump prima della politica, e i vertici del partito, ma anche Patricia e Mark McCloskey, la coppia di St. Louis che è indagata in Missouri per aver puntato pistola e fucile automatico contro i manifestanit che passavano pacificamente davanti alla loro abitazione durante le proteste seguite alla morte di George Floyd.

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