Conte replica a Fontana: «Non diamo schiaffi, dobbiamo fermare il treno prima che ci travolga»
Il presidente del Consiglio risponde al presidente della Regione Lombardia
06/11/2020 di Federico Pallone
«Il virus è un treno che corre, oggi c’è bisogno di ulteriori riduttori della velocità, altrimenti questo treno ci viene addosso». È quanto ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, parlando del Dpcm al food festival del Corriere della Sera. «Non stiamo dando schiaffi a nessuno. Non c’è una deliberata volontà di penalizzare qualcuno. Oggi assistiamo a ulteriori riduttori di velocità, abbiamo un treno che sta correndo, che abbiamo provato già a fermare. Non vogliamo penalizzare un’area piuttosto che un’altra. Con il primo Dpcm abbiamo già ridotto la velocità di questo treno, siamo costretti a farlo perché se non intervenissimo questo treno ci verrebbe addosso e le conseguenze sarebbero ancora peggiori».
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La replica di Conte a Fontana arriva all’indomani delle dichiarazioni del presidente della Regione Lombardia che, commentando l’inserimento della Lombardia nella cosiddetta ‘area rossa’ d’Italia, si era scagliato contro la decisione del presidente del Consiglio italiano, salvo poi ritrattare in parte: «Io non ho detto che non volevo accettare la zona rossa, tutte le settimane si fanno valutazioni dei dati e io pretendevo che venisse fatta la valutazione anche di questa settimana. Poi se siamo in un momento drammatico, da zona rossa è giusto che si stia in zona rossa», ha detto Fontana a Radio Anch’io su Rai Radio 1. «Voglio vedere i dati degli ultimi 10 giorni, non li ho visti e non li ho potuti esaminare. Li valuterei per vedere se ci sono stati dei miglioramenti che secondo me ci sono stati. L’elaborazione dei dati non la facciamo noi, la fa il Cts e non li hanno ancora valutati. Li hanno in mano da martedì e vengono convocati sabato mattina per valutarli. È questa la cosa di cui mi lamento. Avrei voluto almeno una risposta dall’elaborazione dei dati che sono nelle mani del Cts da martedì mattina, perché le Regioni li hanno consegnati martedì. Non sono i dati di un giorno che contano, ma almeno quelli di una settimana. Io credo che si debba rispetto a chi ha fatto dei sacrifici negli ultimi 10 giorni. L’ordinanza della Regione Lombardia ha posto dei limiti ai nostri cittadini e credo che fosse doveroso tenerne conto. Poi io accetto ci si metta in zona rossa e che si applichino queste ulteriori restrizioni, ma pretendo che si valuti tutto quello che abbiamo fatto. Voglio poter dire ai miei cittadini, abbiamo fatto uno sforzo e non è bastato oppure grazie, è stato sufficiente», ha concluso Fontana.