Conte mette in guardia il M5S: «Se cado io, Salvini diventa presidente del Consiglio»

Quegli scranni lasciati deserti dopo il suo ingresso nell’Aula di Palazzo Madama hanno lasciato il segno tra Giuseppe Conte e il Movimento 5 Stelle. I senatori pentastellati, infatti, ieri hanno deciso di abbandonare i propri posti all’inizio dell’informativa del Presidente del Consiglio sul caso Lega-Russia e dei presunti finanziamenti illeciti al partito di Matteo Salvini. Una mossa che non è piaciuta al premier che, durante le fasi di dibattimento con le parole dei vari gruppi al Senato, avrebbe fatto chiamare direttamente Luigi Di Maio.

Questo è il retroscena sul pomeriggio di ieri raccontato da Tommaso Ciriaco su La Repubblica. Dopo quelle fasi concitate, con i senatori del Movimento 5 Stelle che avevano ricevuto l’ordine di abbandonare l’Aula di Palazzo Madama, il presidente del Consiglio si sarebbe rivolto a Riccardo Fraccaro – unico ministro presente al Senato al fianco di Giuseppe Conte – chiedendo di far chiarire immediatamente al M5S la loro scelta di lasciare vuoti gli scranni durante la sua informativa.

Conte avvisa i naviganti: dopo di me c’è solo Salvini

E il ministro per i rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, sarebbe immediatamente uscito dall’Aula per chiamare Luigi Di Maio e chiedere – su espressa richiesta del presidente del Consiglio – di far sapere pubblicamente che quella plateale protesta non era nei suoi confronti (per via del suo sì alla Tav arrivato nel tardo pomeriggio di martedì), ma per l’assenza di Matteo Salvini. Fatto che è accaduto poco dopo con una nota diffusa dallo stesso Movimento 5 Stelle.

I sondaggi danno ragione alle preoccupazioni del premier

In serata, poi, – secondo il racconto de La Repubblica – Giuseppe Conte si è rivolto ai suoi consiglieri con una verità che ha il sapore dell’avviso ai naviganti: «La verità è che dopo di me c’è soltanto Salvini. E non credo che sia una prospettiva rassicurante. Per nessuno». La sintesi è rivolta direttamente al Movimento 5 Stelle: se cado io, si torna alle urne e l’Italia finirà nella mani della Lega e del suo segretario. Con i pentastellati (analizzando i risultati alle ultime Europee e i responsi dei sondaggi) rischia di sparire, inghiottito anche dal Partito Democratico.

(foto di copertina: ANSA/GIUSEPPE LAMI)

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