Perché Giuseppe Conte è stato definito da Politico «la cheerleader di Donald Trump»

C’è un’analisi della stampa estera sull’incontro tra Giuseppe Conte e Donald Trump che fa sorridere più di altre. È quella del portale Politico, che ha definito il presidente del Consiglio italiano «la cheerleader» del numero uno della Casa Bianca.  Un’immagine davvero poco lusinghiera per il rappresentante del governo italiano, basata sul fatto – scrive Politico – che, nel corso dell’intera conferenza stampa di chiusura del bilaterale, Conte non ha fatto altro che assecondare Donald Trump.

LEGGI ANCHE > Conte rassicura: «Il Tap è un’opera strategica». La ministra Lezzi: «No, non serve»

Conte cheerleader, i passaggi controversi della conferenza stampa con Trump

Non solo. Trump non è stato corretto da Conte nemmeno quando ha affermato, con una vera e propria fake news, che la vittoria del premier alle ultime elezioni di marzo è stata un risultato incredibile. Ovviamente, Conte non ha mai corso come candidato e i due partiti di cui è stato nominato rappresentante non hanno ottenuto voti sufficienti per governare da solo (nel caso del Movimento 5 Stelle) o con la propria coalizione (nel caso della Lega).

Anche quando Trump ha pronunciato questa frase spiazzante, Conte non ha fatto altro che sorridere e annuire. Entrando nel merito della questione, poi, c’è da dire che il presidente del Consiglio italiano, pur di configurarsi come un vero e proprio alleato e punto di riferimento degli Stati Uniti nel Mediterraneo, ha fatto delle promesse a Trump che, se mantenute, andrebbero a smantellare completamente l’impianto del contratto di governo firmato da Movimento 5 Stelle e Lega.

Conte cheerleader, cosa cambia rispetto al contratto di governo

Il pugno duro delle sanzioni contro Vladimir Putin, sostenuto dalla Casa Bianca e passato – con il voto italiano – anche al consiglio europeo di fine giugno, si scontra clamorosamente (ne abbiamo già parlato) con la posizione di Lega e pentastellati messa nero su bianco nell’accordo di governo. Ma anche la realizzazione della Tap (che Conte ha promesso, derubricando le proteste degli ultimi anni come «piccoli problemi con le comunità locali») va a scontrarsi con le posizioni dello stesso Movimento 5 Stelle che anche ieri, con la ministra per il Sud Barbara Lezzi, ha definito «inutile» l’opera.

Conte cheerleader, gli altri punti in discussione

Ma l’elenco potrebbe continuare con le spese militari e sul ruolo della Nato, che il Movimento vorrebbe quantomeno ridimensionare: Giuseppe Conte, invece, ha assecondato Donald Trump – feroce sostenitore dell’incremento delle spese militari da parte dei Paesi dell’alleanza atlantica – anche in questo aspetto. Anche sugli scambi commerciali tra Italia e Usa le parole di Conte andrebbero a prevedere una svolta nel sistema protezionistico e mercantilistico dei due partiti che rappresenta, come sottolineato in un’analisi del quotidiano Il Foglio a firma di Luciano Capone.

Insomma, pur di non contraddire l’amico Donald (ricambiato con un «my friend Giuseppi» che ormai è leggenda), Conte non ha esitato a voltare le spalle – almeno metaforicamente – a Luigi Di Maio e a Matteo Salvini. Che forse, proprio per questo motivo, hanno scelto di «oscurare» la visita del presidente del Consiglio alla Casa Bianca. Una cosa, fino a qualche tempo fa, impensabile.

FOTO: ANSA / FILIPPO ATTILI – UFFICIO STAMPA PRESIDENZA CONSIGLIO DEI MINISTRI

Share this article