Il Conte-2 è solo l’ultimo dei problemi tra Pd e M5S

27/08/2019 di Enzo Boldi

Tutto scorre. Nell’incontro fiume avvenuto nella tarda serata di ieri (e proseguito anche nelle prime ore della notte) tra i rappresentanti del Movimento 5 Stelle e del Partito Democratico, non si è arrivati a un accordo per sancire definitivamente il patto tra le due forze politiche per la formazione di una nuova maggioranza da presentare al Presidente della Repubblica nel corso della seconda tornata di consultazioni che prenderà il via oggi pomeriggio e si concluderà domani. Ancora diverse (e sostanziali) le differenze: dal Conte-2 alla manovra 2020, fino ad arrivare alle poltrone dei vari ministeri.

A sottolineare queste divergenze è stato lo stesso Partito Democratico. Come riporta il quotidiano La Repubblica, infatti, non sarebbe ancora stato sciolto il veto dem sulla figura dell’ex presidente del Consiglio da confermare a Palazzo Chigi. Il Conte-2, invece, sembra essere un elemento imprescindibile sulla sponda pentastellata che ha indicato proprio nel premier dimissionario la figura da cui ripartire. Nel corso della giornata di lunedì sembrava esserci stata un’apertura in questo senso da parte di Zingaretti, ma nelle trattative (in special modo in quelle politiche) i colpi di scena sono all’ordine del giorno.

Il Conte-2 e il voto su Rousseau

L’atteggiamento del Partito Democratico rispetto al Conte-2 ha già creato alcuni malumori all’interno del Movimento 5 Stelle che, tra le altre cose, potrebbe anche rivolgersi alla base proponendo una votazione lampo sulla piattaforma Rousseau per permettere agli iscritti di valutare e dire la loro prima di sancire definitivamente l’accordo per un governo giallorosso. I tempi, però, sono molto stretti dato che mercoledì (alle 19) la delegazione pentastellata è attesa al Quirinale per chiudere le consultazioni con il Presidente delle Repubblica.

Oggi l’ennesimo incontro

Oltre al Conte-2, però, nelle ultime ore sarebbe emerse vecchie-nuove divergenze su altri aspetti: da visioni opposte sui temi cardine della prossima manovra, passando per la riforma della giustizia e la sicurezza. E da qui, a cascata, il discorso si sposta anche sui vari ministeri: tra le parti, infatti, non ci sarebbe accordo su molti nomi per le poltrone dei dicasteri ‘più caldi’. Il nuovo incontro avverrà questa mattina alle 11, quando si dovranno tirare le fila e non trascinare la situazione alla lunga. Il conto alla rovescia del Quirinale è già partito.

(foto di copertina: ANSA/FILIPPO ATTILI UFFICIO STAMPA PALAZZO CHIGI)

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