Consiglio europeo: o accogli i migranti, o sei fuori da Schengen
28/06/2018 di Redazione
Non esisterà una terza via. Secondo quanto si apprende da fonti non ancora ufficiali, ma che arrivano direttamente da Bruxelles dove il 28 e il 29 giugno si riunirà il Consiglio europeo, i Paesi dell’Unione che non accetteranno le regole sull’accoglienza dei migranti saranno considerati fuori dal trattato di Schengen, ovvero quello che disciplina la libera circolazione delle persone e delle merci in Europa.
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Consiglio europeo, cosa filtra sulla riunione dei 28 Paesi
Il Consiglio europeo, che è l’organo dell’Unione Europea che si riunisce quattro volte all’anno ogni tre mesi, avrà sul tavolo proprio l’emergenza dell’accoglienza dei migranti, oltre alla Brexit e ad alcune misure sulla moneta unica. Il presidente Donald Tusk avrà il compito di riunire i 28 capi di Stato e di farli discutere su argomenti d’attualità che, a quanto pare, potrebbero avere anche un impatto definitivo sul futuro stesso dell’unione commerciale e doganale.
Ridiscutere Schengen, infatti, significa rivedere completamente il concetto di Unione Europea: se il prezzo da pagare per la mancata accoglienza dei migranti è l’uscita dal patto, allora le conseguenze per chi non si adeguerà alle nuove direttive in materia potrebbero essere molto serie. Una risoluzione sulla quale i Paesi dell’Unione Europea sembrano essere piuttosto convinti. Sempre da Bruxelles, infatti, fanno sapere che non ci sarà bisogno dell’unanimità dei presenti per assumere questa delicata decisione.
Le indiscrezioni in questo senso sono in qualche modo confermate anche dalle parole di Emmanuel Macron, appena arrivato a Bruxelles: «L’alternativa è semplice – ha detto il presidente francese -: vogliamo soluzioni nazionali o soluzioni europee di cooperazione? Io difendo soluzioni europee. Bisogna agire in base ai principi di solidarietà e di responsabilità». Anche Angela Merkel ha parlato di scelta definitiva, affermando che «sui migranti c’è in gioco l’intero concetto di UE».
Consiglio europeo: accoglienza o fuori da Schengen, i rischi per l’Italia
Se ci dovessero essere Paesi non disponibili a piegarsi a questi dettami, l’Unione Europea potrebbe decidere di andare avanti soltanto con chi ci sta. Insomma, i Paesi del blocco di Visegrad (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria) – ma allo stesso tempo anche la nuova Italia sovranista e populista rappresentata da Giuseppe Conte, ma legittimata politicamente dai partiti di Luigi Di Maio e di Matteo Salvini – sono avvisati. L’alternativa è un piano B, rappresentato da una coalizione di Paesi volenterosi che condivida delle norme precise basate sulla solidarietà nell’accoglienza dei migranti. La tensione per quello che potrebbe accadere è massima.