Via le concessioni ad Autostrade, anzi no. Il governo accelera e frena come per l’impeachment a Matterella

Le situazioni sono senz’altro diverse, ma la dinamica è la stessa. Da un lato ciò che è successo negli ultimi giorni, ovvero l’annuncio tranchant del governo sulla possibile revoca delle concessioni Autostrade dopo il crollo del ponte Morandi a Genova; dall’altro, ciò che si verificò tra il 27 e il 28 maggio, quando i futuri alleati di governo si trovarono su posizioni diverse riguardo alla proposta di impeachment per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

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Concessioni Autostrade, divergenze Di Maio-Salvini sulla revoca

Oggi come in quei giorni, a fare la parte del leone con la schiuma alla bocca – sorprendentemente – è Luigi Di Maio, con tutto il Movimento 5 Stelle. Oggi come in quei giorni, a frenare è Matteo Salvini. Fu Di Maio per primo a chiedere l’impeachment per Mattarella, è stato Di Maio per primo a chiedere la revoca delle concessioni ad Autostrade, facendo crollare il titolo della società in borsa e lanciando uno slogan che non trova corrispondenza con la fattibilità.

Concessioni Autostrade, sembra di assistere di nuovo alla storia dell’impeachment

Così come Salvini frenò su Mattarella, tocca ancora una volta al leader della Lega gettare acqua sul fuoco improvviso della fazione pentastellata. Strano, perché di solito – politicamente parlando – è lui l’incendiario. «Stiamo lavorando con gli avvocati e di sicuro va rivisto tutto il sistema delle concessioni. Ma non è questo il momento di parlare di rescissioni di convenzioni o di contratti – ha detto il ministro dell’Interno al Corriere della Sera -: faremo il punto nella settimana prossima, poi vedremo cosa succede».

Anche nell’occasione dell’impeachment, mentre si stava prodigando in un comizio elettorale, Matteo Salvini rimandò qualsiasi discorso sulla messa in stato d’accusa del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Poi, non se ne fece più niente.

La sensazione, anche per la revoca delle concessioni ad autostrade (che costerebbe tra i 15 e i 20 miliardi di euro allo Stato italiano), è la stessa. Anche se Luigi Di Maio, direttamente dal salotto televisivo di La7, afferma: «Nessuna frenata. La nostra intenzione è revocare le concessioni. Chi non vuole farlo, dovrà passare sul mio cadavere». Il riferimento è a Salvini.

In un momento come questo, tragico, in cui servirebbe unità nazionale, il governo non riesce nemmeno a trovare unità al suo interno.

FOTO: ANSA/LUCA ZENNARO

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