Il Comune di Roma pubblica il nome di una bambina di origine africana

17/10/2018 di Enzo Boldi

Una svista grave per un sito di un’istituzione come il Comune di Roma. Nella lista degli atti in pubblicazione sul portale ufficiale della capitale, è comparso un avviso con tanto di nome e cognome. Peccato che la persona a cui si fa riferimento sia una bambina di 9 anni. Una distrazione che non trova molte giustificazioni e segno di un lassismo nell’affrontare l’approccio alla pubblicazione di notizie andando contro la riservatezza dei dati e dell’immagine di bambini e ragazzi indicata, anche, dalla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia.

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Il nome della bambina, di origine africana, compare in una delle pagine più visitate del sito ufficiale del Comune di Roma, quella dell’albo pretorio del Campidoglio dove ogni giorno vengono pubblicate centinaia di delibere, notifiche ed atti. Ma non compare solamente l’identità della piccola. In allegato a quell’avviso, c’è infatti un file con all’interno le generalità della madre, il codice fiscale della donna e il numero identificativo della studentessa.

Il Comune di Roma e la pubblicazione dei dati sensibili di una minorenne

Il Municipio VII, quello della zona tra Garbatella e l’Ardeatino, contesta alla madre della bambina il mancato pagamento della retta per la mensa scolastica. L’Ufficio Recupero Crediti del Comune, richiede alla donna 730 euro mai pagati per il servizio refettorio di cui la bambina ha usufruito nel corso del anno scolastico 2015/2016 scorso presso la scuola primaria Raimondi.

Richiesta legittima, ma modalità che vanno contro la Convenzione Onu

Legittima la richiesta, ma l’errore marchiano di pubblicare il nome di una bambina con tanto di dettagli è un atto molto grave per il sito ufficiale di un Comune come quello di Roma. Nell’intestazione dell’atto compare anche un indirizzo (via Modesta Valenti, 81A), ma non si tratta della residenza in cui vivono madre e figlia. Come riporta il portale del Comune di Roma, infatti, si tratta di un’intestazione fittizia che «consente il pieno godimento di alcuni diritti che la condizione di senza fissa dimora preclude, esercitare il diritto di voto, ottenere i documenti d’identità e le relative certificazioni, ottenere ogni tipo di contributo o prestazioni e accedere ai servizi».

Il presidente dell’VIII municipio di Roma accusa Virginia Raggi

«Questa mattina abbiamo richiesto l’eliminazione dei dati sensibili dal web e il monitoraggio su tutte le future pubblicazioni – ha spiegato ad Adnkronos Amedeo Ciaccheri, presidente dell’VIII municipio di Roma –  ma questo è avvenuto per colpa di una delibera risalente al marzo 2017 dell’amministrazione Raggi che ha standardizzato la procedura di pubblicazione delle notifiche di morosità per le persone che hanno una residenza fittizia».

Ciaccheri prosegue: «Questa procedura immaginata dal Comune di Roma avviene in automatico nel momento in cui il Dipartimento Servizi Educativi trasmette le istruttorie per morosità al municipio per farle trasmettere alla residenza dell’interessato. In caso di residenza fittizia, come è quello di via Modesta Valenti, questi documenti vengono pubblicati sul web. Si tratta di documenti ufficiali che non possono essere modificati e quindi i dati dei minori non vengono eliminati».

La replica di Virginia Raggi

«La pubblicazione dell’atto sul portale web di Roma Capitale, in cui vengono riportati i dati sensibili di una bambina, costituisce una grave violazione della privacy e della tutela dei minorenni – scrive in una nota ufficiale Virginia Raggi -. Il documento è stato inserito sull’albo pretorio da parte degli uffici del Municipio VIII. Abbiamo avviato gli accertamenti finalizzati a individuare precise responsabilità. La nostra azione politica si basa sul contrasto a ogni forma di razzismo e discriminazione. Allo stesso tempo la privacy dei minorenni deve essere sempre garantita. Continueremo a lavorare con forza per i diritti e per l’inclusione».

(foto di copertina: ANSA/GIUSEPPE LAMI)

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