Le macerie della democrazia nelle urla di Italia Viva e Lega sul ddl Costa e sulle intercettazioni in commissione
19/02/2020 di Redazione
La giornata è quella tipica dell’impero alla fine della decadenza. Si lotta su due fronti: in commissione alla Camera si vota il ddl Costa, il deputato di Forza Italia che vorrebbe cancellare la riforma di Alfonso Bonafede sulla prescrizione; in commissione al Senato, invece, si parla di intercettazioni, con un emendamento della Lega sull’utilizzo del trojan per scoprire i reati di pedopornografia. Il governo vince la contesa in entrambi i casi, ma si porta dietro uno strascico di polemiche, di urla e di minacce che sanno di polvere e macerie sulla democrazia.
LEGGI ANCHE > Secondo Travaglio, ad andare in prescrizione è il processo | VIDEO
Prescrizione e intercettazioni, gli attacchi di Italia Viva e Lega
La votazione politicamente più rilevante è senz’altro quella sul tentativo di bloccare la prescrizione, oggetto di contesa tra Italia Viva e le altre forze della maggioranza. Il ddl Costa, proposto da Forza Italia, avrebbe bloccato lo stop alla prescrizione dopo il processo di primo grado, attualmente in vigore in seguito all’approvazione della riforma Bonafede. Italia Viva ha votato con le opposizioni, scatenando le proteste di tutti i componenti della commissione giustizia.
Da lì sono partite accuse incrociate: i deputati di Italia Viva sono stati additati di aver votato per l’ennesima volta con le opposizioni pur restando, almeno formalmente, ancora nell’esecutivo. Ma la discussione più accesa è stata lanciata dalle opposizioni in merito alla presunta negazione del voto al deputato del gruppo misto Colucci e al voto della presidente della commissione, la pentastellata Businarolo (è irrituale, solitamente, il voto del presidente della commissione). La protesta è arrivata direttamente al presidente della Camera Roberto Fico che si è riservato di vigilare sulla regolarità del voto.
In Senato, invece, abbiamo assistito a una vera e propria occupazione della commissione da parte di altri senatori leghisti, che non hanno accettato la bocciatura del proprio emendamento. Il coro o-ne-stà o-ne-stà è stato scandito dai parlamentari del Carroccio all’indirizzo degli esponenti del Movimento 5 Stelle. Scene che fanno riflettere sulla portata del dibattito politico e su contenuti sempre più subordinati alla propaganda. Il tutto mentre l’esecutivo va avanti con colpi di mano e forzature di regolamenti parlamentari. Non c’è serenità nell’azione amministrativa dello Stato, con gli schieramenti sempre più fluidi. È la storia di una maggioranza liquida e, come tale, imprevedibile.