Il grattacapo delle linee guida sul voto: «Le schede andranno inserite senza toccare la feritoia o l’urna»

Ve la ricordate La giornata di uno scrutatore di Italo Calvino e quel costante grigiume che accompagnava l’esperienza di Amerigo Ormea in un seggio torinese? Una giornata ricca di dettagli, di spunti di riflessione, di rituali da seguire e di meccanismi da oliare. La giornata di uno scrutatore (e di un elettore) in questa prima tornata post pandemia da coronavirus rischia di essere stravolta nei suoi punti fermi. E di creare una enorme confusione tra cittadini, forze dell’ordine e responsabili delle operazioni di voto. Le norme previste dal comitato tecnico-scientifico, infatti, si prefigurano come un vero e proprio grattacapo. Perché non è così semplice la traduzione dalla teoria alla pratica. Vediamo, dunque, come si voterà.

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Come si voterà per elezioni regionali e comunali, le regole del comitato tecnico-scientifico

Innanzitutto le date. Sicuramente si voterà nei primi giorni di settembre. La considerazione alla base di questa scelta è semplice: i 18 milioni di elettori chiamati alle urne per le elezioni regionali in Liguria, Veneto, Marche, Toscana, Campania e Puglia e i 6 milioni di cittadini che si recheranno ai seggi per scegliere il proprio consiglio comunale dovranno affrontare un evento pubblico e affollato nel momento migliore per la curva del contagio. E il comitato tecnico-scientifico, pur partendo dall’assunto che non è ancora dimostrabile un calo dei contagi nel corso dei mesi estivi, preferisce collocare questa data ancora a ridosso della bella stagione, a inizio settembre. Possibile il voto in due giornate piene.

Come si voterà, i suggerimenti pratici per elettori e scrutatori

Fino a qui tutto bene. I problemi iniziano quando si passa ad analizzare le modalità con cui dovranno essere allestiti i seggi. Areazioni, sanificazioni e distanziamenti sociali saranno le pietre miliari su cui basarsi. Ma attenzione: non sarà così semplice. Tra le indicazioni fornite dal comitato tecnico-scientifico ci sono anche quella di consentire al solo elettore di piegare la scheda e di riporla nell’urna «senza toccare la feritoia o l’urna medesima», quella di individuare le soluzioni migliori per impedire all’elettore di toccare l’urna e, tra queste, anche la possibilità di rivestirla con un plexiglass per facilitare le operazioni di sanificazione.

Inoltre, ci si pone il problema dell’identificazione degli elettori dal momento che questi indosseranno la mascherina (per questo è prevista una distanza di sicurezza superiore a un metro tra elettore e scrutatore) e delle forniture di guanti per maneggiare le matite copiative che servono a esprimere le preferenze. Il tutto cercando – anche questa è una prescrizione del comitato tecnico-scientifico – di evitare l’assembramento e i contatti tra i rappresentanti di lista. In competizioni elettorali molto accese come quelle per il rinnovo delle giunte comunali e regionali quest’ultima sfida sarà forse quella più ardua.

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