Come i novax stanno finanziando il loro movimento con le Instagram Stories

Un rapporto di Media Matters ha chiarito esattamente in che modo i no-vax sfruttano gli adesivi Instagram Stories per aggirare le regole contro la disinformazione

28/01/2022 di Ilaria Roncone

I no-vax hanno trovato il modo di aggirare le regole che vietano o limitano di molti i contenuti disinformativi contro i vaccini. Come? Tramite gli adesivi Instagram Stories. Secondo un rapporto di Media Matters questo metodo è fondamentale per la diffusione di contenuti no-vax su siti terzi e anche per vendere prodotti e promuovere eventi legati a questa galassia. Così facendo, da Instagram gli utenti possono essere veicolati su piattaforme terze che non subiscono gli stessi controlli, favorendo così la disinformazione incontrollata rispetto alla tematica vaccini.

LEGGI ANCHE >>> Se ricevete su Whatsapp il messaggio sui “500 euro a chi si vaccina”, cancellatelo: è phishing

I no-vax utilizzano gli adesivi Instagram Stories per fare disinformazione

Si parla di «decine di esempi» di questo fenomeno – come riporta Mashable – che sono stati scovati e riportati nel rapporto. Tramite gli adesivi che Instagram ha introdotto lo scorso anno per tutti quanti – al di là del numero di follower che ha il profilo – i no-vax veicolano gli utenti fuori dalla piattaforma, dove Instagram non può controllare il contenuto. Così facendo, nei modi che abbiamo elencato sopra, i no-vax traggono profitto dai loro profili Instagram.

Secondo le regole di Instagram, la piattaforma dovrebbe impedire la pubblicazione di adesivi qualora si andasse «ripetutamente condividere cose come l’odio e la disinformazione, o altri contenuti che violano le nostre linee guida della comunità». Per la natura stessa delle IG Stories, però, la prova dell’infrazione del regolamento scompare nell’arco di 24 ore. Questo vuol dire che Instagram potrebbe non rendersi nemmeno conto dell’utilizzo degli adesivi che infrange il regolamento se non arrivano segnalazioni nell’arco di quel lasso di tempo.

Nonostante Instagrm lotti da anni contro i no-vax – ancor prima che arrivasse la pandemia – alcuni dei suoi meccanismi continuano a fornire la possibilità ad alcuni dei più prolifici influencer no-vax di fare disinformazione (e quello degli adesivi è uno degli esempi più calzanti e attuali). Un portavoce di Instagram ha riferito a Mashable che sono stati presi importanti provvedimenti contro due nomi rilevanti dell’ambiente no-vax – Joseph Mercola e Sherri Tenpenny -, entrambi citati nel rapporto fornito da Mesia Matters.

Share this article