Il Vaticano valuta il lockdown dopo il risultato positivo del tampone di un collaboratore del Papa

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Il Vaticano sta cercando di capire come gestire il lock-down dopo che anche un collaboratore del Papa è risultato positivo al coronavirus

Dopo che la Diocesi di Roma ha stabilito che le chiese sono «aperte a discrezionalità dei sacerdoti» nella città capitolina e che le celebrazioni per la Pasqua si terranno tutte in streaming, ecco che arriva la notizia del primo caso di coronavirus nell’entourage più stretto del Papa. Si tratta di un suo collaboratore e funzionario della Segreteria di Stato, come riporta l’edizione online del Messaggero, che è stato ricoverato al Columbus-Covid 2 Hospital.



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Collaboratore Papa positivo al coronavirus in buone condizioni

Per il momento le condizioni del collaboratore del Papa ricoverato presso l’ospedale appositamente allestito per i contagiati da coronavirus non sarebbero preoccupanti. Considerato questo, in Vaticano si sta cominciando a prendere coscienza che converrebbe procedere con un lock-down totale. Al momento sono previste la sanificazione di Casa Santa Marta, del Palazzo Apostolico e della Segreteria di Stato. A Città del Vaticano, per ora, ci sono altri due cittadini risultati positivi all’infezione da Covid-19, precisamente due dipendenti dei Musei Vaticani e un operaio del Governatorato.



Pasqua a porte chiuse per il Vaticano

Come già previsto, la Pasqua di quest’anno verrà comunque celebrata con tutte le ricorrenze che possono essere trasmesse in streaming. Niente Via crucis, quindi, e niente lavanda dei piedi. La Via crucis si svolgerà al chiuso. La Sala Stampa della Santa Sede ha comunicato oggi con i fedeli attraverso un decreto che avvisa che «la data della Pasqua non può essere trasferita, nei paesi colpiti dalla malattia, dove sono previste restrizioni circa gli assembramenti e i movimenti delle persone». Posto ciò, «i Vescovi e i Presbiteri celebreranno i riti della Settimana Santa senza concorso di popolo e in luogo adatto, evitando la concelebrazione e omettendo lo scambio della pace». Sono state date disposizioni anche perché «i fedeli siano avvisati dell’ora d’inizio delle celebrazioni in modo che possano unirsi in preghiera nelle proprie abitazioni. Potranno essere di aiuto i mezzi di comunicazione telematica in diretta, non registrata». Tutti i riti celebrativi saranno in diretta streaming, quindi, come già annunciato.

 



(Immagine copertina da Pixabay)