Mea culpa Codroipo: il nuovo regolamento negli asili, l’assenza di divieti e la libera interpretazione del testo

04/12/2018 di Enzo Boldi

La notizia aveva fatto scalpore: il nuovo regolamento comunale di Codroipo vieta ogni riferimento culturale diverso da quello che fa riferimento all’Italia all’interno delle scuole pubbliche dell’infanzia della piccola provincia di Udine. In realtà, facendo un mea culpa, il testo dell’emendamento non propone alcun divieto in merito: si tratta solamente di un adeguamento – magari poco utile dal punto di vista formale – di un regolamento che lascia liberi gli insegnanti di non avere vincoli nelle loro scelte, senza avere più l’obbligo (però) di utilizzare giochi e strumenti relativi a culture diverse.

La notizia originale era stata pubblicata da Il Messaggero Veneto e faceva chiaro riferimento a un emendamento, firmato dal sindaco di Codroipo Fabio Marchetti, che avrebbe vietato l’uso – tra le tante cose – di bambolotti dalla pelle scura e strumenti musicali tipici di altre etnie. Ma, come riporta il debunker David Puente, il testo non impone alcun vincolo così stringente.

Le modifiche previste nell’emendamento di Codroipo

Articolo 1, secondo capoverso: Le parole «e contribuendo ad integrare le differenze ambientali e socio-culturali anche assicurando la presenza di materiali ludico-didattici che fanno riferimento alle diverse culture» sono sostituite dalle seguenti «con lo scopo di favorire in ogni bimbo la possibilità di svilupparsi ed esprimersi liberamente, contando su interventi educativi che gli consentano, senza inibirlo, di orientare le proprie energie verso comportamento in cui egli riesca a stabilire proficue relazioni e a manifestare in modo costruttivo la propria iniziativa ed inventiva, supportato da adeguati materiali ludico-didattici».

Articolo 2, primo capoverso: Le parole «e alla cultura di provenienza», sono sostituite dalle seguenti «garantendo a tutti i piccoli uguali possibilità di sviluppo e di mezzi espressivi e contribuendo a superare i dislivelli dovuti a differenze di stimolazioni ambientali e culturali».

L’errata interpretazione del nuovo regolamento

Nessun riferimento a bambolotti dalla pelle scura, solo un’interpretazione molto ampia di queste parole. In realtà, infatti, non appare la parola divieto e gli insegnanti – ora – sono liberi di interpretare a maniche larghe quali strumenti utilizzare per coinvolgere i bambini nelle attività ludiche e didattiche, senza alcun obbligo previsto dal vecchio regolamento. Lo scandalo è nato perché non si capisce la necessità di specificare parte dell’articolo 1 del regolamento – quella in cui di parla di assicurazione della presenza di materiali che fanno riferimento a culture diverse – che cassa (di fatto) l’obbligo di avere giochi e strumenti musicali relativi alle popolazioni straniere. Insomma, un’interpretazione libera di parole libere.

(foto di copertina: Archivio Ansa)

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