Il Codacons vuole bloccare la riapertura degli stadi in Emilia-Romagna
Domenica previste mille persone a Parma e a Reggio Emilia
19/09/2020 di Federico Pallone
Non è piaciuta al Codacons, la decisione presa dallla Regione Emilia-Romagna che, in una ordinanza firmata dal presidente, Stefano Bonaccini, ha stabilito che domenica 20 settembre 2020, fino a mille tifosi, potranno assistere alle partite di Serie A Parma-Napoli, allo stadio ‘Tardini’ e Sassuolo-Cagliari, al ‘Mapei Stadium’ di Reggio Emilia. E che a Imola, per il Gran Premio di Formula 1 dal 31 ottobre al primo novembre prossimi, potranno essere presenti sulle tribune fino a 13.147 spettatori.
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«Quella della riapertura degli stadi è una decisione gravissima che esporrà la collettività a inutili ed evitabili rischi», ha detto, come riportato in una nota, il presidente del Codacons, Carlo Rienzi. «Mentre in tutta Italia salgono pericolosamente i contagi, il presidente della Regione ha pensato bene di aprire le porte degli stadi e consentire assembramenti di tifosi, così da creare altre potenziali situazioni di contagio. Una scelta folle contro la quale chiediamo oggi l’intervento dei Prefetti di Parma e Reggio Emilia, affinché blocchino le ordinanze di Bonaccini». In particolare l’associazione chiede alle Prefetture di sospendere le ordinanze della Regione che consentono l’ingresso dei tifosi, seppur in numero limitato, negli stadi di Parma e Reggio Emilia, per motivi di ordine pubblico e sicurezza e per garantire la salute pubblica.
Il viceministro alla Sanità, Pierpaolo Sileri, ha invece accolto positivamente la decisione di Bonaccini in merito alla riapertura degli stadi, seppur parziale: «È auspicabile un ritorno dei tifosi nello stadio, ovviamente con misure che consentano la sicurezza», ha detto Sileri, a Bologna proprio al fianco di Bonaccini per un evento all’ospedale Sant’Orsola. «Anche a me fa male vedere gli stadi vuoti, è vero che abbiamo un innalzamento dei casi, ma al momento è tutto sotto controllo. Non vedo perché non si possano aprire gli stadi, ovviamente con un numero molto ridotto di persone e con regole ben definite. È un ritorno alla normalità», ha concluso Sileri.