«È peggio della Corea del Nord». Ora il Codacons querela anche Calenda

11/06/2020 di Enzo Boldi

Non si placano le polemiche dopo il servizio de Le Iene in cui si parla di presunti conflitti d’interessi da parte di Roberto Burioni. Durante la trasmissione andata in onda martedì 9 marzo, il Codacons si è fatto portavoce di alcune mozioni che vederebbero il virologo implicato in consulenze (legali e legittime) che andrebbero in contrasto con quanto dichiarato in televisione (e online). In molti hanno attaccato il medico, altri lo hanno difeso. Tra questi ultimi c’è anche il leader di Azioni che si è scagliato fortemente contro l’associazione di consumatori. E, alla fine, il Codacons querela Calenda.

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Carlo Calenda ha «rilasciato ancora una volta dichiarazioni del tutto false e diffamatorie sul Codacons, ente che l’ex ministro odia più di ogni altra cosa, come dallo stesso affermato oggi attraverso una serie di tweet», spiega l’associazione di consumatori in una nota che annuncia la querela. In particolare, il leader di Azioni ha paragonato la gestione del Codacons al regime vigente in Corea del Nord.

Codacons querela Calenda

«Oggi Calenda scrive infatti che il Codacons è ‘il peggio che si trova nel nostro pur variegato paese’, e sostiene che l’associazione sia una dittatura al pari della Corea del Nord e che non sia neutrale, avendo lo stesso presidente dal 1986 – si legge ancora nella nota dell’associazione -. Peccato però che il Codacons abbia un collegio di presidenza composto da 4 dirigenti dell’associazione, e ben 6 vicepresidenti, ognuno con pieni poteri, circostanza che solo uno che non sa nemmeno leggere su internet può affermare con simili farneticazioni». E se il Codacons querela Calenda, l’ex ministro risponde così.

Tra trasparenza e tribunali

Il contenzioso, dunque, sembra andare oltre ai tweet e ai comunicati stampa. Carlo Calenda ha ottenuto l’appoggio anche di altri personaggi, come il rapper Fedez, finito nel mirino dell’associazione dei consumatori per quella raccolta fonti, tramite un sito di crowdfunding, per finanziare il nuovo reparto di terapia intensiva del San Raffaele di Milano nelle fasi iniziali dell’emergenza Coronavirus.

La controreplica del Codacons

Riportiamo integralmente il testo del comunicato del Codacons con gli aggiornamenti dopo gli ultimi tweet di Carlo Calenda.

Nuova pagina nella guerra avviata da Carlo Calenda contro le associazioni dei consumatori. Oggi il leader di Azione commette un nuovo passo falso, attraverso un delirante tweet in cui afferma che i bilanci delle associazioni, e in particolare quello del Codacons, non sono trasparenti e sarebbero segreti. Una tesi che la dice lunga sulla competenza di Calenda e sul suo ruolo al Mise: l’ex Ministro, infatti, non sa nemmeno che tutti i bilanci delle associazioni dei consumatori sono depositati al Ministero dello sviluppo economico che lui stesso ha diretto!!!

In sostanza Calenda disponeva nei cassetti del suo ufficio proprio dei documenti che oggi afferma essere segreti, e che per legge devono essere depositati ogni anno al Mise. Il tweet odierno di Calenda la dice lunga sulla sua competenza e preparazione, e sembra confermare le critiche di quella parte di opinione pubblica che lo ritiene il peggior Ministro nella storia della Repubblica Italiana.

Tuttavia non stupisce che un soggetto che in qualità di Ministro ha inanellato una serie incredibile di fallimenti e di iniziative del tutto dannose per il paese, dal caso Ilva a quello Alitalia, passando per le vicende Fincantieri, Embraco e Almaviva, possa fare l’ennesima brutta figura.

Di certo i cittadini – al di là dei tanti procedimenti giudiziari avviati contro il leader di Azione – si ricorderanno alle prossime elezioni di chi disprezza e odia i consumatori, e sarà preciso compito del Codacons, in occasione delle urne, rinfrescare la memoria agli elettori…

(foto di copertina: da Otto e Mezzo, La7)

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