L’Oman blocca Clubhouse perché permette ai cittadini libertà di parola su temi sociali e politica

Clubhouse ai regimi come quello che c'è in Oman non piace per niente

15/03/2021 di Ilaria Roncone

I social network sono da sempre nemici dei regimi dittatoriali e di tutti quei governi che limitano la libertà di espressione del proprio popolo. Oggi parliamo dell’Oman, dove gli sceicchi del Golfo Persico controllano tanto i media tradizionali quanto i social utilizzando leggi vaghe sulla criminalità informatica. Il risultato è un pattugliamento costante di internet e delle applicazioni, compresi i social network, che ha portato alla chiusura di Clubhouse Oman. Così come nel resto del mondo, anche in Oman e in tutto il Medioriente Clubhouse è esplosa negli ultimi mesi, permettendo di dialogare con estrema libertà. Una libertà che, un paese alla volta, viene minata dai regimi.

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Clubhouse Oman imbavagliato tanto quanto i media tradizionali

In Oman media tradizionali come giornali e televisioni subiscono il controllo degli sceicchi, che non risparmiano nemmeno Clubhouse. I diplomatici statunitensi che operano sul posto definiscono la stampa «imbavagliata» e questa azione di repressione e privazione del diritto di parola viene esercitata anche sui social, con Clubhouse che non risponde alle richieste di commento sulle restrizioni applicate nel Golfo. Le segnalazioni su Clubhouse bloccato e vietato arrivano a decine negli ultimi giorni: si tratta di messaggi di errore quando si prova ad utilizzare la piattaforma, aggirabili solo utilizzando le VPN (reti private virtuali).

Governo Oman parla di «licenza non adeguata»

La conferma dell’azione di interruzione del governo Oman su Clubhouse arriva oggi dall’autorità di regolamentazione delle telecomunicazioni del paese, con la conseguente paura da parte di chi lo utilizza che le autorità possano censurare quello che è – a tutti gli effetti – uno spazio di discussione su argomenti delicati e relativi anche alla politica. Il governo ha dichiarato di aver «vietato l’app perché funzionava senza una licenza adeguata», come ha riportato l’Associated Press Omar al-Abri dopo aver parlato con un funzionario dell’ente regolatore delle telecomunicazioni del paese. Quella delle licenze non in regola è l’ultima scusa nel tentativo di reprimere il dissenso per quanto sta accadendo e non è chiaro se il blocco Clubhouse Oman sarà solo temporaneo.

Clubhouse Oman: perché lo bloccano

Clubhouse in Oman e in tutto il Golfo veniva utilizzato come una piazza per la libera discussione su tematiche sociali e politiche e per questo è finito sotto censura. A parlare sulla piattaforma erano attivisti della rivolta egiziana nel 2011, funzionari governativi in Libia, una donna transgender in Arabia Saudita e femministe del Kuwait: tutte persone e tematiche che gli stati hanno interesse a censurare e che hanno bloccato impedendone – già il mese scorso – l’utilizzo. Negli Emirati Arabi Uniti infatti, sebbene il governo a inizio mese avesse assicurato di non aver vietato l’applicazione, gli utenti hanno più volte segnalato problemi di audio che rendono impossibile ascoltare le discussioni.

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