Clubhouse e le stanze del complotto | PARTE 1

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Cosa sta succedendo negli Stati Uniti sul social network del momento

Come detto nelle puntate precedenti, il 2020 ci ha lasciato due grandi innovazioni digitali. La prima, Twitch di cui abbiamo già parlato, e la seconda è indiscutibilmente Clubhouse. In questo caso le regole del gioco sono assolutamente innovative. Partiamo con il definirla, e dunque, l’app nata negli States è un incubatore di talk. Questa nuova app ha davvero tante proiezioni, è sicuramente un arrivo entusiasmante nel panorama dei contenuti digitali. Subito ha interessato il mondo della comunicazione, per arrivare facilmente alla politica e alla radio. Quest’ultima si è avvicinata ancora più della televisione. Più veloce di tutte al momento è stata Radio Italia che ha aperto la sua room, anche Deejay si era interessata del fenomeno fin dai primi giorni. Le regole sono abbastanza semplici. Ma ciò non esclude il binomio Clubhouse e complotti.



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Clubhouse e complotti, come funziona l’app

L’iscrizione avviene tramite un invito, e l’app è disponibile al momento solo per dispositivi iOs. Sono cominciate in queste settimane le procedure per adattare il prodotto anche ai sistemi Android, ma non sarà un’estensione imminente. I dibattiti si svolgono in stanze digitali, o room in inglese. All’interno di ogni stanza si possono avere tre ruoli: moderatorispeaker o ascoltatori. Il moderatore ha il compito di gestire la conversazione, invitare altri utenti o decidere di togliere la parola agli invitati, lo speaker è la figura che ha ricevuto l’abilitazione a parlare mentre l’ascoltatore è l’utente che partecipa in silenzio alla conversazione e può chiedere la parola.



Gli argomenti in cui ci si può imbattere sono vari e i dibattiti sono molto spesso interessanti. Nella sua declinazione migliore, Clubhouse offre dei panels di confronto in sostituzione di tante iniziative che da un anno a questa parte ormai sono sospese. Tanti gli spunti di interesse. La natura singolare del social crea qualche problema nell’individuazione delle falle, però l’app è comunque fornita di un sistema di riconoscimento dell’hatespeech. Le indicazioni sul regolamento della privacy appaiono abbastanza difensiviste: riportiamo due articoli per inquadrare la politica dell’azienda americana.

“L’utente utilizza il servizio a proprio rischio. Implementiamo misure tecniche, amministrative e organizzative commercialmente ragionevoli per proteggere i Dati personali sia online che offline. Tuttavia, nessuna trasmissione Internet o e-mail è mai completamente sicura o priva di errori – scrivono nel regolamento – Si prega di tenerlo presente quando si divulgano dati personali alla Società tramite Internet. Infine, non possiamo controllare le azioni degli utenti”.



Pare più convincente la policy sui minorenni, che raramente si trova così chiaramente esplicitata nelle altre grandi app.

“Il nostro servizio non è rivolto a persone di età inferiore ai 18 anni. La Società non raccoglie consapevolmente Dati personali da persone di età inferiore ai 18 anni – spiega l’articolo 7 del regolamento per la privacy – tramite il Servizio, contattaci e faremo il possibile per eliminare tali informazioni dai nostri database”.

La teoria però si discosta dalla pratica: l’account è infatti collegato ad un numero di telefono e, in genere, una sim è legata ad un genitore. Proprio per questo non si può affermare con certezza se un utente abbia l’età giusta per poter entrare nel social.

Preoccupazioni su Clubhouse: gli account con il nick di Hitler

Effettivamente anche Clubhouse, qualche piccolo motivo di preoccupazione ha cominciato ad offrirlo, soprattutto fuori dai nostri confini nazionali. Uno dei temi poco considerati è quello delle apologie, sono tante le room geolocalizzate soprattutto negli Stati Uniti che hanno come fil-rouge apologie che in alcuni paesi del mondo rappresentano reati. Basti pensare che digitando il nome di Hitler, appaiono decine di profili dedicati al führer. Questo apre all’interrogativo che su Clubhouse possano costituirsi anche luoghi di proselitismo che si riconoscono in idee pericolose. È probabile che il social abbia una gestione ancora lacunosa su una serie di possibili insidie, aprendosi a room in cui profili dedicati ad Hitler trovino ospitalità. Tutto questo rappresenta un problema per la sicurezza e l’utilizzo di un canale così di gran moda, che ambisce ad essere uno strumento per poter far incontrare proprio tutti.

I nickname di Hitler su Clubhouse

Nel cuore dei complotti su Clubhouse

Clubhouse corre il grande rischio di dare uno spazio di aggregazione anche a circoli di pensiero che definiremo meno virtuosi. Esiste la possibilità di costruire anche room in cui gli argomenti sono affrontati con grande superficialità, e spesso con approccio mistificatorio. Pensiamo ai temi cult della società italiana pre e post pandemia: immigrazione, tema un po’ passato in secondo piano in questi mesi di Covid, e poi i rischi sanitari che farebbero correre le vaccinazioni. Un vantaggio per gli opinionisti temerari è stato poter contare sull’immediata cancellazione degli audio non appena si chiude la room. Il tema sanitario, in una valutazione assolutamente personale è quello che sconvolge maggiormente. Esistono momenti di dialogo in cui è possibile ascoltare di tutto, la questione vaccinale crea grande preoccupazione anche tra alcuni giovani. Si parte da considerazioni filo negazioniste sul coronavirus («Ma per favore! Vaccinare la popolazione mondiale per un’influenza, siete fuori») passando per coloro i quali attribuiscono la vaccinazione obbligatoria alla volontà di qualcuno di controllarci. La famosa paura del 5G e di Bill Gates, che nelle strade muove i gilet arancioni. Anche sul tema immigrazione non va meglio. In questo caso, passa diversamente il messaggio. Ormai argomento rodato, l’immigrazione è camuffata in una sorta di tavola rotonda politica dove ci si lascia andare a commenti che non si sentivano da tempo. Anche in questo caso, a essere più pericolosi sono i concetti piuttosto che le parole. Per via del sistema di riconoscimenti di hate speeching, non è comunque possibile pronunciare parole offensive o discriminatorie.

Abbiamo aperto una stanza complottista su Clubhouse

Proprio per questo abbiamo voluto fare una prova: calarci nei panni di complottisti ed aprire una room per discutere “delle nostre assurde teorie”. Per farle sempre il più possibile verosimili abbiamo preso dei commenti realmente scritti sotto i post di diverse pagine, dal Movimento dei Gilet Arancioni alla pagina del Movimento 5 Stelle. Non abbiamo potuto registrare la conversazione per evidenti motivi, ma possiamo certamente trascriverne qualche passaggio. La prima provocazione che abbiamo lanciato è stata quella sulla lira dichiarando che «da quando c’è l’euro è cominciata la nostra rovina, con la lira si poteva fare tutto. Ora a mala pena si arriva a fine mese». Anche se la room è stata molto frequentata, i due utenti presenti nel momento di quest’affermazione hanno chiesto di intervenire e uno di questi ci ha detto che «effettivamente non avete tanto torto». Abboccata la prima provocazione abbiamo un po’ alzato la posta in gioco e quando si parla di complottisti, come non fare un accenno al famigerato coronavirus? E così: «Che ne pensate di questo virus? Sicuramente ha un nome e cognome preciso: non fate finta di non sapere». Questa provocazione però non va bene come la prima e così i pochi utenti presenti non replicano neppure ma abbandonano la room. Ma, non demordiamo: non appena entra un utente tiriamo fuori il nostro asso nella manica: «Ehi tu, dai chi c’è dietro tutta questa situazione? Bill Gates ovviamente», ma assolutamente nessuna reazione. Anche perché quando non piace un argomento o una room in generale si può subito abbandonare.

I complotti negli Stati Uniti su Clubhouse

Insomma, su Clubhouse Italia sicuramente le teorie complottiste al momento non sono molto diffuse anche se ci sono altri fenomeni abbastanza seri di cui vi parleremo in seguito. In un primo momento, per seguire la nostra scia complottista abbiamo pensato di farci strada su Clubhouse America che invece pullula di club e di utenti complottisti. Basta farse un rapido giro nel piccolo motore di ricerca che il social offre per renderci conto della miriade di club: CONSPIRACY THEORIES, THE CONSPIRERS, CONSPIRACIES AND UNSOLVED MYSTERIES, EXSTRATERRESTRIAL EVIDENCE.

Grazie alla collaborazione di Raymond, un cittadino italo americano, abbiamo ricostruito un’ordinaria giornata complottista nel gruppo CONSPIRACY THEORY. Il tema è chiaro, da capire c’è il genere di teorie cospirazioniste di cui si discute. Il nostro collaboratore spiega che per lo più ci sono le persone che credono di essere state rapite dagli alieni. A quel punto l’interesse è rivolto al dibattito. «Molte persone credono di esser state rapite da alieni. La maggior parte crede che ciò sia successo nella loro infanzia e che sia ancora in corso ­– racconta Raymond – Spesso pensano che sia una situazione generazionale in cui i loro genitori e nonni siano stati regolarmente rapiti a loro volta». La notizia in questo caso non è che esistano persone che sposino questo genere di teorie, ma che su Clubhouse cercando semplicemente teorie cospirazioniste in inglese emergano room così facilmente accessibili di informazioni che risultano impossibili anche solo da credere. Ma non è finita rispetto a quello che emerge nel corso di queste discussioni. «Le persone credono anche che il governo stia nascondendo il fatto, secondo loro, che abbiamo già alieni che vivono qui sulla Terra e che il governo stia sotterrando la notizia per vari motivi, fra cui la sicurezza e il non creare panico generale».

Teorie confuse, e storicamente di proprietà intellettuale di complottisti e antigovernativi. Gli Stati Uniti sono un paese che soffre moltissimo questo genere di disinformazione, sono frequenti gruppi organizzati ideati su principi distorti della realtà. Il passo da qui, all’aggregazione a gruppi come quelli dei QAnon in America non è poi così lontano. Nel famoso attacco di Capital Hill c’era anche una componente di qanonisti perché pronti a scendere in campo in nome della difesa di Donal Trump vittima, a loro dire, di una trama segreta organizzata da un presunto Deep State, identificabile in alcuni poteri occulti che avrebbe agito contro l’ex presidente degli Stati Uniti. Poi abbiamo provato a capire come funziona il metodo partecipativo in queste discussioni.

Prima cosa, capire il moderatore che ruolo assolve. Perché anche in Italia esistono delle room dai titoli simili, ma sono spesso luoghi di confronto tra persone che analizzano seriamente i vari punti di attualità e dunque i titoli dei panels sono spesso ironici. In questo caso, abbiamo subito voluto capire che ruolo giocasse il direttore d’orchestra della stanza: se fosse un cospirazionista o un divulgatore. E poi, ancora più importante, che ruolo giocano i dissidenti e come vengono recepiti dagli altri speaker. «Di solito le stanze hanno due o tre moderatori. Ci sono alcuni protocolli che dovrebbero seguire come moderatori – racconta Raymond – Se la stanza è piccola, le persone sono altrettanto formali. Di solito se c’è disaccordo nella stanza, la persona che è in disaccordo viene attaccata e se ne va. Quindi non c’è molto spazio per il dissenso nelle stanze che ho visitato. Sebbene ci siano stanze attorno ad altri argomenti dove le persone discutono molto, ma non le stanze che discutono di alieni e varie altre teorie del complotto».

Le agorà virtuali rischiano sempre di essere anche focolaio di eccessi: immaginiamo cosa possa voler dire in un momento come questo insinuare giornalmente in una comunità di persone determinate convinzioni. Sensibilizzare alcuni utenti verso la paura per i vaccini, o peggio verso lo Stato. Bisogna anche dire che al momento, tra tutte le room che abbiamo frequentato in Italia, non abbiamo mai individuato qualcosa di simile anche perché l’utenza resta ristretta e molto elitaria. Clubhouse ambisce ad essere un grande canale di informazione, ed esattamente per questo motivo è in rampa di lancio per essere il più grande vettore di disinformazione all’orizzonte.

Testi: Enrico Filotico, Paolo Di Falco
Video: Giulia Martinelli, Edoardo Sicuranza