Nel cloud della Pubblica Amministrazione, l’obiettivo è di 280 enti entro il 2026

Parte la fase operativa: entro dicembre il completamento della struttura, poi il collaudo e il parere del ministero competente

06/10/2022 di Redazione

Il cloud della Pubblica Amministrazione è entrato nella sua fase operativa. È sempre complesso riuscire a recepire informazioni su questa infrastruttura strategica per la digitalizzazione degli enti in Italia e queste emergono soltanto quando uno dei responsabili decide di rilasciare interviste o opinioni durante convegni e meeting. Questa volta è stato l’amministratore delegato della società di progetto, Emanuele Iannetti, a spiegare come stanno andando le cose in una intervista al Sole 24 Ore. Ripartiamo dalle basi: dopo una non proprio tranquillissima assegnazione alla cordata guidata da Tim – con Leonardo, Cassa depositi e prestiti e Sogei – adesso è il momento di aprire la fase operativa. Tutta la struttura dovrebbe essere pronta, stando alle previsioni, entro il mese di dicembre.

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Cloud Pubblica Amministrazione, le nuove fasi operative

Dopo il mese di dicembre, dunque, sarà avviato il collaudo e l’intera operazione sarà sottoposta alla vidimazione del ministero della Transizione digitale, competente sulla struttura, che – però – nel frattempo avrà cambiato segno politico e tecnico. Difficile, infatti, immaginare che a dicembre il ministero sarà ancora guidato da Vittorio Colao. La struttura dei funzionari, però, dura sempre di più rispetto alla carica in sé, dunque verrà assicurata quella necessaria continuità che un progetto strategico di questa portata dovrebbe avere.

L’obiettivo è quello di dotare tutta la Pubblica Amministrazione italiana di questa infrastruttura e di inserire tutti gli enti – a seconda dei loro livelli di sicurezza – sotto il cappello del cloud pubblico. Dal punto di vista numerico – stando anche a quanto stabilito dal Pnrr – gli enti della Pubblica Amministrazione che dovrebbero essere dotati del cloud entro il 2026 saranno 280. Si tratta di un numero che, però, il ministero intende portare al 75% complessivo dell’intero comparto, sempre entro quella data.

Al momento, oltre a questi obiettivi, Emanuele Iannetti ha spiegato in maniera esplicita quale sarà la suddivisione dei ruoli tra le varie aziende e enti che hanno messo insieme la cordata. Era intuibile, ma adesso è stato confermato: l’infrastruttura tecnologica sarà in capo a Tim, mentre la parte della security sarà affidata a Leonardo; Cassa Depositi e Prestiti sarà un investitore istituzionale, mentre Sogei avrà diversi compiti, tra cui quello di individuare «modelli di business e culturali per il cloud».

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