La svolta delle cartelle cliniche nella “nuvola” del cloud

La piattaforma di CGM Studio punta a rivoluzionare la gestione dei dati nella sanità italiana

23/04/2021 di Gianmichele Laino

C’è l’ambizione di portare questo sistema rivoluzionario nella gestione dei dati del paziente nel 20-30% dei medici di base a livello nazionale che già utilizzano i servizi di CGM, ma l’obiettivo vero è quello di rivolgersi soprattutto alle nuove generazioni di medici, con la necessità di avere a disposizione costantemente i dati clinici dei pazienti. La rapidità che può collaborare a salvare vite. Per questo il cloud nella gestione delle cartelle cliniche può essere considerata una svolta.

LEGGI ANCHE > La nuova vita della tessera sanitaria: potrebbe essere utilizzata come pass vaccinale

Cloud dati sanitari, la soluzione di CGM

Alessandro Lioce, responsabile del settore sviluppo della multinazionale CompuGroup Medical, ci spiega come questo sarà possibile anche in Italia. La nuova piattaforma all-in-cloud sarà lanciata ufficialmente tra qualche giorno, il 29 aprile, ma si annuncia davvero molto interessante, soprattutto per le modalità con cui le informazioni sanitarie dei pazienti italiani circoleranno.

«Nei settori dei medici di medicina generale siamo presenti con diversi prodotti – afferma ai microfoni di Giornalettismo -. Questa categoria è una delle prime che ha adottato soluzioni digitali software che, però, hanno il loro tempo. La nostra è una soluzione rivoluzionaria perché abbiamo un approccio completamente cloud che permetterà a noi di essere più veloci a fornire dei servizi e agli operatori sanitari di essere ancora più rapidi nella comunicazione con il paziente. In Italia c’è una direzione anche politica per l’adozione di soluzioni digitali nella sanità, penso al fascicolo sanitario nazionale. La nostra soluzione è perfettamente integrata a questi servizi digitali, dalla ricetta elettronica allo stesso fascicolo sanitario nazionale per la centralizzazione della raccolta dei dati: tutti gli operatori sanitari devono avere una visione clinica del paziente sempre aggiornata. L’accesso a queste informazioni, lo dimostrano gli studi, aiuta a salvare vite».

L’obiettivo è quello di intercettare, come si diceva, i giovani medici di base, ma anche gli specialisti, in modo tale da consentire una migliore interazione soprattutto per alcune cure specifiche: «Questa soluzione – continua Lioce – è rivolta in primo luogo alla medicina territoriale, ma l’obiettivo è quello di guardare anche agli specialisti, privati e non, che devono in qualche modo dialogare con il medico di base per la cura di patologie croniche che hanno bisogno di questo contatto costante e aggiornato».

La sicurezza del Cloud dei dati sanitari

Quando si parla di sanità, tuttavia, non è possibile tralasciare il grande tema della sicurezza dei dati. Soprattutto quello che riguarda il deposito degli stessi all’interno di datacenter e i loro sistemi di protezione. Da questo punto di vista, CGM sembra aver attuato una strategia molto particolare: «Noi abbiamo data center CGM a livello internazionale costruiti apposta per poter costruire progetti scalabili. In Italia, abbiamo sistemi dimensionati a seconda degli utenti che abbiamo. Quindi, una soluzione cloud basata sullo stesso concetto di quello di Amazon o Microsoft, ma interna. Questo per una questione di privacy e di titolarità del dato: il medico affida a noi dati che a sua volta gli ha affidato il paziente e, quindi, abbiamo evitato che questo insieme di elementi sensibili potesse essere condiviso ancora una volta con terze persone».

E ancora: «Il datacenter è gestito internamente in modo tale che il dato possa essere in sicurezza e che ci possa essere una separazione tra i dati clinici e i dati anagrafici. La correlazione tra questi due dati, inoltre, è in un terzo database separato. Così facendo, anche se ci dovesse essere – per qualche motivo – un accesso a un dato clinico, quest’ultimo non è in alcun modo riconducibile al dato anagrafico».

Differenze fondamentali, quindi, rispetto agli schemi già visti in Italia per la digitalizzazione dei servizi sanitari, con un sistema che punta all’integrazione degli strumenti già esistenti: «SOGEI, ad esempio – conclude Lioce – è integrato all’interno della piattaforma stessa, al fine di ottemperare a tutte le necessità di comunicazione tra il medico e attori come la regione, il ministero della Salute o delle Finanze. La caratteristica è quella del cloud che cambia un po’ il concetto: il medico ha sempre accesso ai dati, non soltanto quando si trova all’interno della sua postazione in studio. Inoltre, abbiamo puntato sulla facilità d’uso, con un’interfaccia studiata per seguire il modo di lavoro degli utenti e non di imporne uno nuovo a cui il medico dovrà adattarsi successivamente».

Foto Ipp pool – Clemente Marmorino

Share this article