Il direttore del Tempo invita a ribellarsi al governo per le città chiuse a Natale e Capodanno

Il tweet di Franco Bechis dopo la decisione del consiglio dei ministri

03/12/2020 di Gianmichele Laino

Il comunicato che esce fuori – in piena notte – dal consiglio dei ministri è molto chiaro: città chiuse a Natale, il 26 dicembre e a Capodanno, in modo tale da limitare al massimo gli spostamenti. Non solo, insomma, la chiusura dei confini regionali per tutto il periodo che va dal 21 dicembre al 6 gennaio, ma anche il divieto di spostamenti tra comuni nei giorni festivi per eccellenza del periodo natalizio. Dunque, sarà quasi impossibile per famiglie non residenti – anche se domiciliate in aree limitrofe – ricongiungersi per festeggiare il Natale o il nuovo anno. E questa cosa al direttore del Tempo Franco Bechis non è affatto piaciuta.

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Città chiuse a Natale, la stretta del governo

«Impedire a famiglie madri e figli di ricongiungersi a Natale solo perché uno vive in città e l’altro nel comune limitrofo è solo un sopruso – ha scritto su Twitter il direttore del Tempo -. E come tale non va rispettato. A quel paese il governo se decide una corbelleria così». Un vero e proprio invito alla ribellione, che anticipa quella che sarà la tendenza dei quotidiani e degli organi di informazione di area sovranista che – da oggi nelle loro edizioni online e da domani in quelle cartacee – inizieranno a parlare dell’argomento.

La decisione del consiglio dei ministri, infatti, è arrivata solo dopo lo stop delle rotative e diverse testate – salvo Corriere, Repubblica e La Stampa – non hanno potuto impaginare la scelta del Governo per queste festività natalizie. Ma nei prossimi giorni, se i toni del tweet di Bechis sono questi, si può facilmente immaginare quale sarà la polemica che, da destra, arriverà a infrangersi su un esecutivo che, tra le altre cose, sembra essere seriamente in difficoltà con il Mes, vista la ribellione di 50 parlamentari del M5S pronti a non votare la riforma del meccanismo europeo di stabilità.

Città chiuse a Natale, il tweet di protesta di Franco Bechis

In ogni caso, il tweet di Franco Bechis non ha lasciato indifferenti gli utenti del social network. Ha creato, anzi, molta polarizzazione, dal momento che in tanti si sono schierati con il direttore in questa sua campagna mediatica di ribellione nei confronti dell’esecutivo, mentre altri utenti hanno fatto notare che queste parole possono suonare addirittura come sovversive e che non prendono in considerazione il forte ruolo che gli asintomatici hanno avuto nella diffusione della pandemia in Italia.

Qualunque sia la ricezione della stampa a proposito delle misure speciali per le festività natalizie, il governo ha esteso tutte le restrizioni dai 30 giorni iniziali, agli attuali 50 giorni (dunque, le indicazioni generali saranno valide fino al prossimo 23 gennaio).

Per le festività, invece, ha preso questa direzione:

«dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021 saranno vietati gli spostamenti tra Regioni diverse (compresi quelli da o verso le province autonome di Trento e Bolzano), ad eccezione degli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute; il 25 e il 26 dicembre 2020 e il 1° gennaio 2021 saranno vietati anche gli spostamenti tra Comuni diversi, con le stesse eccezioni (comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute); sarà sempre possibile, anche dal 21 dicembre al 6 gennaio, rientrare alla propria residenza, domicilio o abitazione; dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021 sarà vietato spostarsi nelle seconde case che si trovino in una Regione o Provincia autonoma diversa dalla propria. Il 25 e 26 dicembre 2020 e il 1° gennaio 2021 il divieto varrà anche per le seconde case situate in un Comune diverso dal proprio».

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