Zaia: «Ho saputo del batterio killer dai giornali»

Il batterio killer che ucciso 4 neonati all'Ospedale Borgo Trento di Verona

02/09/2020 di Enzo Boldi

La Regione era all’oscuro di tutto. Non conosceva il problema, non sapeva che all’interno dell’Ospedale di Borgo Trento a Verona c’era un batterio killer che aveva ucciso quattro neonati. A rivelarlo è stato il Presidente del Vento Luca Zaia durante la sua consueta conferenza stampa. Lui non sapeva dell’esistenza del citrobacter (poi ritrovato all’interno di un lavandino del reparto di terapia intensiva neonatale), così come gli altri componenti della sua giunta. Ma quel batterio ha ucciso quattro bambini piccolissimi e ha segnato la vita di altri 96.

LEGGI ANCHE > Il batterio killer che ha ucciso 4 neonati a Verona era nel lavandino del reparto

«È corretto che la Regione sia come un palazzo di vetro. La vicenda l’abbiamo saputa dai giornali. Le infezioni possono esserci negli ospedali, ma hanno un inizio e una fine – ha detto Luca Zaia in conferenza stampa -. Ho subito voluto fare una relazione e approfondire la storia di Nina e degli altri bambini. Mi premeva capire anche da chi aveva vissuto in prima persona da una madre che ha vissuto in prima persona». Poi le indagini hanno portato alla scoperta: il citrobacter si trovava all’interno di uno dei rubinetti della terapia intensiva neonatale dell’Ospedale della Donna e del Bambino di Borgo Trento a Verona. E proprio da lì le infermiere, ignare dell’esistenza di quel batterio, prendevano l’acqua per riempire i biberon e diluire il latte da somministrare ai neonati ricoverati.

Citrobacter, Zaia non era a conoscenza della notizia

Casi su casi, con la morte di quattro neonati (tra il 2018 e il mese di agosto del 2029) e il coinvolgimento di altri 96 che sono passati da quel reparto di terapia intensiva neonatale dell’Ospedale di Verona. Da lì l’istituzione di una commissione ispettiva che ha portato al ritrovamento del citrobacter in quel lavandino.

Le quattro vittime e gli altri 96 casi

«Siamo di fronte a un’infezione batterica con uno dei più gravi batteri. Può accadere che ci siano delle infezioni temporanee, circoscritte, che si vadano a spegnere velocemente. Ma questa è la storia di un’infezione che si è trascinata per mesi se non per anni – ha concluso Zaia -. Molti di questi pazienti hanno perso la vita, altri hanno la qualità della vita pregiudicata».

(foto di copertina: da Pixabay)

Share this article
TAGS