Nuovo dietrofront sulle chiusure domenicali. Pronta una deroga per Roma, Milano e alte 12 città

03/02/2019 di Enzo Boldi

Sono due le cose certe, finora, sulle chiusure domenicali dei negozi: il governo si muove a passo del gambero e i proclami e gli annunci fatti fino a qualche mese fa sono sempre più proclami elettorali che non saranno rispettati. Nei giorni scorsi alla Commissione Attività produttive della Camera è arrivato il testo della proposta di legge di Lega e Movimento 5 Stelle, che già presentava molte novità rispetto alla linea dura paventata a inizio legislatura. Ora, inoltre, sono pronte anche alcune deroghe.

I sindaci di 14 grandi città, infatti, avevano protestato fortemente contro la volontà della maggioranza di obbligare i negozi alle chiusure domenicali, con il sindaco di Milano Giuseppe Sala che attaccò Luigi Di Maio sottolineando come Milano non fosse Avellino. Parole forti, che provocarono grande indignazione, ma che hanno smosso anche altri primi cittadini a muoversi contro le intenzioni del governo. Oltre al capoluogo meneghini, infatti, anche Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino, Venezia si sono dette contrarie al provvedimento.

Ancora un dietrofront sulle chiusure domenicali

Una mobilitazione che sta portando il governo a fare delle modifiche alla proposta di legge. La Commissione Attività produttive della Camera, dove si sta analizzando il testo proposto da Lega e M5S, è pronta a concedere alcune deroghe a queste 14 grandi città che – proprio per la natura di questo provvedimento, che dà facoltà alle amministrazioni locali di gestire la questione – potrebbero non essere obbligate alle chiusure domenicali per 26 settimane all’anno, come invece previsto dal testo originale.

La Lega pronta a dire sì alle deroghe

La Lega sembra essere la più decisa ad andare in questa direzione, mentre il Movimento 5 Stelle – vero fautore di questa proposta fin dai suoi primi vagiti – ne è meno convinto, anche se dalla maggioranza fanno saper che nulla è precluso e che in Commissione potrebbero essere rivalutate alcune posizioni ritenute inizialmente imprenscindibili.

(foto di copertina: ANSA/ MAURIZIO DEGL’INNOCENTI)

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