Per la chiesa le chiusure domenicali volute da Di Maio sono «una grazia di Dio»
10/09/2018 di Redazione
Il sentimento nei confronti delle aperture domenicali dei negozi, da parte della Chiesa, è sempre stato quello di profonda avversione e contrarietà. Non tanto per la concomitanza con le funzioni religiose tipiche del settimo giorno della settimana, quanto per l’impatto che ciò comporta nei confronti dell’unità familiare dei lavoratori.
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Chiusure domenicali, l’opinione della chiesa
Dopo l’annuncio di Luigi Di Maio di voler combattere le liberalizzazioni volute dal governo di Mario Monti nel 2011 e che hanno inaugurato la stagione delle aperture domenicali dei negozi anche in Italia (allineandosi in questo senso alla prassi nella maggior parte dei Paesi dell’Unione Europea), la prima a esultare in maniera convinta è proprio la chiesa.
Chiusure domenicali, le parole del vescovo Bregantini
Oggi, il Corriere della Sera riporta un’espressione attribuita al vescovo di Campobasso Giancarlo Maria Bregantini che, per diverso tempo, è stato presidente della Commissione Cei per il Lavoro e che da sempre si è dichiarato ostile alle aperture dei negozi e degli esercizi commerciali la domenica e i festivi. È stato quest’ultimo a definire il futuro provvedimento: «Una grazia di Dio».
La chiesa ha sempre sottolineato quanto il lavoro domenicale possa essere d’intralcio all’unità della famiglia, sottragga tempo allo stare insieme, sia nocivo per la dignità umana. Tuttavia, un’indagine di Repubblica ha dimostrato come il mondo del lavoro sia sensibile al tema, ma come si muova verso una sua rimodulazione piuttosto che nei confronti di una sua abolizione totale. Il lavoro domenicale, infatti, se ben retribuito e se sottoposto a criteri ben precisi e non arbitrari, non fa altro che aumentare il reddito pro capite del lavoratore e aumentare la disponibilità di posti di lavoro. Insomma le aperture domenicali valgon bene una messa?
FOTO di repertorio: ANSA / CESARE ABBATE