Blasfemia a targhe alterne
In molti contro Chiara Ferragni (in)colpevole per una copertina di Vanity Fair. Ma in passato tutti in silenzio per citazioni bibliche (anche nelle pubblicità)
28/09/2020 di Enzo Boldi
Chi parla di blasfemia deve trovare il coraggio di ammettere: il problema non è tanto la copertina di Vanity Fair, ma il soggetto in questione. Ormai, come pessimo onere della notorietà, sembra che la figura di Chiara Ferragni sia destinata a dividere e creare dei veri e propri casi sociali (e social). Sempre. L’ultimo caso è scoppiato (con tanto di denuncia da parte del Codacons) per un’immagine che vede come protagonista la famosissima imprenditrice-influencer. Il fotomontaggio la raffigura come una ‘Madonna’ con in braccio il bambinello. Ed ecco che si sono scatenate le accuse di blasfemia.
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Abbiamo parlato della denuncia presentata dal Codacons (che già in passato non ha lesinato critiche, per usare un eufemismo, nei confronti di Chiara Ferragni e del marito Fedez). Ma quella è solamente l’espressione finale – e mediaticamente più rilevante – di una tendenza scaturita dai social da quando è stata diffusa quella copertina di Vanity Fair che accompagna l’intervista all’imprenditrice di Cremona. Ed ecco che si parla di blasfemia, ma a targhe alterne.
Chiara Ferragni blasfemia, le critiche a targhe alterne
E alcune riflessioni sul caso Chiara Ferragni blasfemia vanno fatte. Partiamo da un dato di fatto: quell’immagine è stata scelta da Vanity Fair, settimanale che ha realizzato l’intervista. Accusare l’imprenditrice di essere blasfema per esser stata ‘sostituita’ alla ‘Madonna orante’ dipinta dal Sassoferrato (al Secolo Giovanni Battista Salvi), è quantomeno fuori luogo. Quell’immagine, infatti, fa parte di una collezione realizzata dall’artista Francesco Vezzoli che ha curato l’ultima edizione del settimanale.
E allora San Pietro della Lavazza?
Il secondo spunto di riflessione arriva dai social, con il tweet della deputata Lia Quartapelle.
Immagino che dopo Chiara Ferragni il Codacons denuncerà per blasfemia e offesa al sentimento religioso anche la Lavazza per la (bella) pubblicità con San Pietro.
Oppure no, perché tanto si sa, le streghe sono donne. pic.twitter.com/A1ikkn2B81— Lia Quartapelle 🇮🇹🇪🇺 (@LiaQuartapelle) September 28, 2020
L’esempio della Lavazza – che sul Paradiso ha creato una strepitosa campagna pubblicitaria con San Pietro interpretato prima dall’indimenticabile Roberto Garrone e poi da Tullio Solenghi – è esemplificativo: nessuna protesta e nessuna accusa di blasfemia. E quegli spot erano spettacolari per ironia ed efficacia. Ma lì ci fu il giusto silenzio. Insomma, ancora una volta il famoso proverbio viene intaccato nelle sue radici: ‘Scherza coi fanti, ma lascia stare i santi’. Ma solo se si tratta di Chiara Ferragni.
(foto di copertina: da copertina Vanity Fair + Pubblicità Lavazza)