Chiamparino sfida il governo sulla Tav: «Ce la paghiamo da soli»
01/11/2018 di Enzo Boldi
A mali estremi, estremi rimedi. Sergio Chiamparino ha le idee molto chiare su cosa deve e fare – e su cosa farà – la Regione Piemonte in caso di passo indietro del governo sul prosieguo dei lavori per la realizzazione della Tav. Il piano A prevede un referendum popolare per mostrare alla maggioranza che torinesi e piemontesi reputano indispensabile quest’opera; il piano B, invece, porterà all’autofinanziamento – senza supporto dello Stato – con la ricerca di un comune accordo tra tutte le regioni interessate da quel tratto dell’alta velocità.
«Occorre rispettare gli impegni presi dal Parlamento e dall’Italia con i trattati internazionali sottoscritti dai governi e dal Quirinale», ha detto Sergio Chiamparino in un’intervista a La Repubblica che ha poi annunciato alcuni dei passi che ha intenzione di intraprendere in caso di voltafaccia del governo rispetto ai contratti firmati nel passato: «Se il Parlamento dovesse cambiare idea su quanto già stabilito, faremo un referendum in Piemonte per fare pressione sulla maggioranza».
La proposta di Di Maio: niente Tav e fondi dirottati sulla Metro 2
Nella giornata di ieri il vicepremier Luigi Di Maio era tornato a parlare della questione Tav, ribadendo come sia oggetto di valutazione per individuare il rapporto costi-benefici e che la discussione attorno all’opera è prevista dal contratto di Governo. La proposta del leader politico dei Cinque Stelle è quella di bloccare tutto, lasciare incompiuta la tratta dell’alta velocità tra Torino e Lione e destinare quei fondi per la realizzazione della Metro 2 nel capoluogo Piemontese.
Chiamparino: «Il governo dice no? Ce la pagheremo da soli»
Già ieri lo stesso Chiamparino aveva ribadito come il completamento della seconda linea metropolitana a Torino fosse già soggetta a fondi europei, valutando – di fatto – inutile la proposta populista fatta da Di Maio. E in caso di presa di posizione No Tav da parte del governo, il governatore della regione Piemonte ha in mente anche un piano B: «Per noi quell’opera è vitale. Di fronte a una situazione estrema studieremo il modo per pagarcela noi, magari con l’aiuto delle altre Regioni coinvolte dal tracciato est-ovest: Friuli, Veneto, Lombardia».
(foto di copertina: ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO)