Chi sono i tre italiani arrestati per l’omicidio del giornalista slovacco Kuciak

La polizia slovacca non ha ancora rilasciato dichiarazioni riguardo l’arresto dei tre italiani per l’omicidio del giornalista slovacco Jan Kuciak e della sua compagna Martina Kusnirova. Sono noti invece i nomi e i profili dei tre. Si tratta dell’imprenditore calabrese Antonio Vadalà, suo figlio Bruno e il cugino Pietro Catroppa.

Antonio è la figura cardine di questa vicenda. Originario di Melito di Porto Salvo, aveva una condanna a un anno e sei mesi in Italia per aver coperto la latitanza di Domenico Ventura, boss della ‘ndrangheta. Dopo il suo trasferimento in Slovacchia, Vadalà si muove nel business dell’energia e dell’agricoltura ottenendo fondi europei. Entra molto presto in contatto con alti esponenti dell’establishment slovacco come Maria Troskova, assistente parlamentare del premier Fico con cui nel 2011 fonda la società GIA Management, e Viliam Jasan, leader del partito Smer.

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Kuciak aveva scritto di questi legami. Ieri 28 febbraio, in un’inchiesta pubblicata postuma il giornalista parla di presunti legami degli ambienti imprenditoriali e politici con la ‘ndrangheta per ottenere fondi strutturali dell’UE, in particolare del tentativo di Vadalà di ottenere 70 milioni di euro da investire nella zona industriale di Lucenec. Troskova e Jasan, i cui nomi sono presenti nel reportage, si sono dimessi nonostante la difesa del premier Fico: “State collegando persone innocenti a un duplice omicidio. Questo è troppo”. A cadere, per altre ragioni, è stato anche il ministro della Cultura Marek Madaric: “Dopo l’assassinio di un giornalista non posso immaginarmi ancora a ricoprire tranquillamente l’incarico di responsabile di questo ministero che è responsabile anche per i media”.

Nel frattempo, mentre continuano le manifestazioni a Bratislava, sono arrivate alcune dichiarazioni di solidarietà dall’Italia. Il ministro degli Interni Marco Minniti ha dichiarato che “il giornalismo d’inchiesta, in Slovacchia come a Malta come in tutta Europa, è ossigeno per una democrazia. Quando muore un giornalista d’inchiesta c’è qualcosa che non funziona in quella democrazia”.

L’USIGRai, il sindacato dei giornalisti Rai, ha rilasciato una nota: “La Rai riprenda l’inchiesta sulla ‘ndrangheta del giornalista slovacco Jan Kuciak – assassinato insieme alla sua fidanzata – e la porti a compimento, per svelare le trame a base di criminalità e affari sporchi. Chi ha ammazzato Kuciak lo ha fatto probabilmente per impedirgli di completare quel reportage. Per questo il miglior modo per onorare la memoria del reporter è proprio quella di dimostrare che nessuno può fermare la verità e la libertà di stampa”.

(Foto Fb)

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