Chi è “Dolce Giuridica”, la chef che incanta il web

Dolce Giuridica ha studiato giurisprudenza e ha aperto prima un blog di ricette e poi le sue pagine social

14/01/2021 di Gabriele Parpiglia

Lo ammetto: di cucina non capisco molto. Reputo Master Chef il miglior programma televisivo italiano e resto incantato quando sui social inciampo nei video postati dai vari chef o dalle regine del food. Nell’ultimo periodo l’incantesimo che mi ha colpito, ricade su una ragazza che non conosco. Il suo nome anzi nickname mi piace subito: “Dolce Giuridica”. Inizio a re postare le sue storie senza sapere nulla di questa ragazza. Sono praticamente posseduto dalle sue ricette e dal suo modo di fare. Semplice, per niente sopra le righe, diretta: insomma dolce – giuridica. E i numeri, nell’ultimo periodo, la premiano proprio sul web, rendendo la sua pagina tra le più seguite. Così decido di intervistarla per conoscere la sua storia.

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Si presenti?

«Mi chiamo Elisabetta Durante, laureata in giurisprudenza, ma da piccola ho sempre amato la cucina. Nel 2012 quando ero al secondo anno di università, ho aperto un blog: “Dolce Giuridica”. Ho unito la mia strada professionale e quella del mio cuore per i dolci».

E che succede?
«La pagina inizia a crescere idem la mia passione. Ma non pensavo potesse diventare il mio lavoro. All’inizio postavo ricette e foto di dolci che realizzato per amici e
parenti. Ogni tanto mettevo qualche ricetta salata. Dopo poco tempo arriva l’ok per entrare nella squadra di Giallo Zafferano e quindi il blog lo sposto su quella
piattaforma, dando il via anche alle mie pagine Instagram e facebook».

E la laurea?
«Nel mentre continuo a studiare ma sapevo già che cosa avrei fatto. La torta di laurea me la sono fatta io per intenderci. Era a due piani, bianca e rossa, con in cima il
cappello di laurea al cioccolato. Ho usato ingredienti semplici: mascarpone, pan di spagna e cioccolato. Semplice, come sono io».

Con la laurea in mano che cosa fa?
«Tirocinio di 18 mesi e master in criminologia ma non ho mai smesso di cucinare. Inoltre lavoravo, subito dopo la laurea, per mantenermi: hostess, sorvegliante in un museo, insomma le ho provate tutte. Cucinavo la notte. Di giorno ero in studio, pomeriggio lavoravo, la notte cucinavo per il blog e per le commissioni che mi
arrivavano».

Si ricorda la prima “commissione?”.
«Sì, all’università una collega di mia madre mi ha chiesto la torta per il figlio. Lui era appassionato di macchinine e automobili. Poi si è sparsa la voce e sono diventata la ragazza delle torte per i bimbi a tema fantasy o cartoon. Il primo guadagno 40 euro».

La svolta?
«Esattamente durante il lookdown. Avevo perso tutto. In quel periodo facevo la sorvegliante in un museo per portare a casa qualche soldo e continuavo con gli studi.
Con il lookdown però la cucina ha preso il sopravvento e ho capito che era inutile mentire a me stessa. La cucina era il mio presente, il mio futuro. Tra dirette, post,
video; i miei profili crescevano. Ho fatto anche un concorso per specializzarmi e non solo sui dolci. Ma di strada ancora ne devo fare. Ho fatto tante collaborazioni ma
ancora non posso chiamarlo il “mio lavoro” perché non campo di questo, anzi fatico. Ma so che ce la farò».

Chi è il suo punto di riferimento in cucina?
«Mio padre perché lui è il più critico. Altri chef che osservo e stimo sono, per forza di cose, Iginio Massari. Lui è la passione in persona. Molto bravo anche Roberto Valbuzzi, di Cortesie per gli ospiti. Si vede che ha una sua competenza. Beh poi c’è lei: Benedetta Rossi. In lei rivedo il mio cammino, come storia… che è molto simile
alla mia. Lei faceva biologia e ha mollato tutto. Io legge ed eccomi qui. Mi piacerebbe un giorno collaborare con lei, tanto».

Qual è la sua specialità?

«Col pistacchio vado forte. Soprattutto la CheeseCake al pistacchio rivisitata da me. Diciamo che è la più richiesta. E la pizza fatta in casa. Da quando avevo 13 anni è la mia sfida. Oggi che ho 28 anni posso dire che la mia pizza è una gran pizza».

Perché non ha scelto la strada dei talent-food?
«Secondo me sono un’arma a doppio taglio. Possono premiarti ma anche farti del male. Preferisco guardare programmi dove con carta e penna imparo cose nuove. Nei talent ci sono le eliminazioni, fanno male, e poi che c’entrano con i sogni di chi vuol cucinare? Anzi c’è il rischio che i sogni stessi vengano affossati».

Esprima un desiderio?
«Il mio futuro si chiama: cucina quindi: felicità 24 ore su 24. Dove, quando, come, non lo so. Ma questo è il mio sogno. E magari mi piacerebbe pubblicare il mio libro di ricette».

Dolci o salate?
«Dolci, salate e ricette speciali inventate da me».

Se il maestro Iginio Massari dovesse leggere questa intervista?
«Se, magari, sarebbe un sogno. Se mi chiama; corro da lui con il pistacchio in mano pronta a imparare».

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