Un giudice del Texas ha vietato agli avvocati di usare contenuti prodotti con ChatGPT

Non un divieto totale ma, come minimo, l'obbligo di dichiararne l'utilizzo verificando l'output dell'AI prima di presentarsi in aula

01/06/2023 di Ilaria Roncone

ChatGPT è entrato a far parte della nostra vita in qualsiasi ambito e, tra i più discussi, c’è sicuramente l’applicazione dell’AI in ambito lavorativo. Una delle ultime notizie in questo ambito ci parla dell’AI che arriva in aula con ChatGPT in tribunale negli Stati Uniti e un giudice che, avendo preso atto della questione, ha scelto di vietarne l’utilizzo nelle sue aule – o meglio – di regolamentarlo facendo sì che gli avvocati che scelgono di utilizzare l’intelligenza artificiale a corredo del proprio lavoro debbano giustificare puntualmente questa scelta.

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No a ChatGPT nel suo tribunale: la decisione del giudice

In seguito alla storia di un avvocato che si era presentato in tribunale portando sei casi precedenti a sostegno della sua tesi – casi ricercati con ChatGPT che si sono rivelati, alla richiesta di controllo, tutti inventati -, un giudice texano ha preso la decisione che sicuramente farà storia nell’ambito dell’AI all’interno dell’ambiente giudiziario. Il giudice Brantley Starr ha scelto di prendere, in seguito all’episodio, una serie di provvedimento per non trovarsi mai, in aula, a dover gestire una situazione del genere.

Il divieto non è assoluto ma l’utilizzo dell’AI – in che modo e in che misura – deve essere chiarito e giustificato dall’avvocato che sceglie di farlo. Deve essere quindi attestato o che «nessuna parte del documento è stata redatta con l’intelligenza artificiale generativa» o che, se quest’ultima è stata impiegata, a seguito c’è stato un controllo da parte di un essere umano. Controllo che, considerata la delicatezza della professione dell’avvocato – che si presenta in aula davanti a un giudice per difendere una persona -, dovrebbe essere fatto, se a lavorare è un professionista serio, a prescindere dalla firma imposta di un’autodichiarazione.

L’imposizione di Starr ha senso dal momento in cui in Texas lui – come tutti gli altri giudici – può stabilire regole specifiche nella sua aula. La scelta di Starr ha tutte le carte in regola per essere e creare un precedente a cui altri giudici possano fare riferimento, facendo propria questa regola. E sarebbe giusto, considerato che l’utilizzo dell’AI può sicuramente assistere il lavoro di un avvocato ma – ovviamente – questo deve essere non solo esplicitamente dichiarato ma anche opportunamente verificato prima di presentarsi in tribunale.

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