Roberto Lo Coco non ha mai scritto «risparmio 30 anni di galera» alla ex moglie Giulia, morta strangolata

Il fatto di cronaca è noto a tutti: Roberto Lo Coco non ha accettato la fine della relazione con Giulia Lazzari, la 23enne di Adria (Rovigo) che è stata uccisa dallo stesso ex marito. Dopo nove giorni di agonia, infatti, la giovane donna è spirata in ospedale, dove si è rivelato vano qualsiasi tentativo di rianimarla: il suo corpo è rimasto senza ossigeno troppo a lungo. Oggi, invece, a tenere banco sarebbe stata la chat di WhatsApp con messaggi definiti ‘premonitori’ che Roberto Lo Coco avrebbe inviato alla ex moglie nel mese di luglio.

Chat ragazza strangolata, la bufala

In effetti, sul profilo Facebook dell’uomo compare uno screenshot di quella che sembra essere una conversazione su WhatsApp tra lui e la donna:

“Amore, domani vado a fare la spesa con mamma”

“Va bene, però devo dirti alcune cose. Non truccarti, fatti brutta, non aggiustarti i capelli, non salutare nessuno maschio. Se quando esci dal supermercato qualcuno dice ‘arrivederci’ tu fa finta di non sentire perché non puoi rispondere a un maschio. Mettiti una felpa lunga e larga e un pantalone largo così non si vedranno le forme del tuo corpo”.

“Perché dici questo”

“Perché se ti fai bella, ti guardano tutti, invece così no e io risparmio 30 anni di galera per omicidio”

Quest’ultima frase, soprattutto, è stata attribuita a Roberto Lo Coco. Ma non è così. Quest’ultimo si è limitato a condividere su Facebook soltanto uno screenshot che la pagina Facebook Il ragazzo psicopatico aveva condiviso più di un anno fa. Su ask.fm, infatti, c’è traccia di questo messaggio e della sua datazione: come tanti altri meme o screenshot diffusi sul social network, ovviamente, questa immagine ha fatto il giro del web e deve essere arrivata anche sulla bacheca di Roberto Lo Coco.

Chat ragazza strangolata, l’origine della bufala

Intendiamoci: questo non giustifica alcun comportamento. Senz’altro, se ha condiviso questo messaggio significa che ne condivideva i contenuti. Ma non può assolutamente essere interpretato come una premonizione di quello che sarebbe poi successo. A farci capire che qualcosa non andava è stato proprio lo screenshot: la formattazione tipica di WhatsApp, infatti, ci indica che la conversazione è stata fotografata dal telefono di una ‘lei’ (la vignetta verde è quella del mittente, mentre quella bianca è la risposta del contatto in rubrica). Inoltre, l’intestazione della conversazione è molto chiara: Principe mio – con tanto di cuoricino – è il nickname attribuito a un ‘lui’.

A contribuire al qui pro quo è stata la deputata del Movimento 5 Stelle Carmen Di Lauro che sulla sua pagina Facebook ha divulgato questo messaggio:

La tragedia di questo ennesimo femminicidio è già troppo grande. Inutile ricamarci sopra andando a cercare dettagli scandalistici che, in realtà, si rivelano essere delle vere e proprie fake news.

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