In Italia la cefalea cronica viene riconosciuta come malattia sociale

10/07/2020 di Enzo Boldi

Nel giornata di ieri, giovedì 9 luglio, il Senato ha approvato in via definitiva la legge che riconosce la cefalea cronica come una malattia sociale. Non si tratta solamente di un atto formale, ma di un provvedimento che consentirà di usufruire di alcune esenzioni tutte quelle persone che soffrono di emicrania conclamata. Insomma, non il classico mal di testa, ma una patologia diffusa, specialmente, tra le donne tra i 25 e i 50 anni. Le relatrice della legge sono due parlamentari di opposta fazione: la deputata del Partito Democratico Giuditta Pini e la senatrice della Lega Arianna Lazzarini.

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Maggioranza e opposizione, dunque, a volte riescono ad andare d’accordo. L’iter parlamentare si è concluso in tempi piuttosto rapidi – soprattutto facendo un confronto con le lungaggini che spesso accompagnano i passaggi tra Commissioni e le due Camere – e ha portato alla definizione delle caratteristiche per circoscrivere le condizioni che possano portare a una diagnosi di cefalea cronica.

Cefalea cronica riconosciuta come malattia sociale

Si tratta di sei punti cardine: emicrania cronica e ad alta frequenza, cefalea cronica quotidiana con o senza uso eccessivo di farmaci analgesici, cefalea a grappolo cronica, emicrania parossistica cronica, cefalea nevralgiforme unilaterale di breve durata con arrossamento oculare e lacrimazione, emicrania continua. Sei sintomatologie (e diagnosi) che possono portare a una dichiarazione di malattia sociale. E, con la legge approvata in Senato, si potrà usufruire dell’esenzione del ticket per alcune prestazioni medico-sanitarie. Inoltre verranno creati nuovi centri ad hoc.

La legge passa l’esame del Senato

La deputata Pd e la senatrice della Lega, hanno redatto e firmato la legge – che contiene un solo articolo – facendo riferimento all’ultimo rapporto Censis che sottolinea come, molto spesso, chi soffre di questa patologia non si renda conto dei reali effetti sul proprio fisico. E, in alcuni casi, anche la diagnosi viene trattata con molta superficialità.

(foto di copertina: da Pixabay)

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