Il terrorista dei Nar Gilberto Cavallini denuncerà i parenti delle vittime della strage di Bologna
30/01/2019 di Enzo Boldi
Il terrorista nero pronto a denunciare i familiari delle vittime. Questo è quello che ha promesso Gilberto Cavallini, ex membro dei Nuclei Armati Rivoluzionari (Nar) nel corso di dichiarazioni spontanee durante il processo bis sulla strage di Bologna che lo vede imputato per concorso nell’attentato del 2 agosto 1980. La querela che l’ex terrorista è pronto a inoltrare alla procura sarà per calunnia, nei confronti dell’Associazione che raccoglie tutti i familiari delle vittime di quella bomba esplosa quasi 39 anni fa nella stazione.
«Mi riprometto di presentare denuncia per calunnia contro gli estensori della cosiddetta ‘scheda Cavallini’ datata 22 maggio 2014 presente nel fascicolo della Procura, per le falsità e le gravi accuse ivi contenute – ha detto l’ex membro dei Nar nel corso della sua deposizione spontanea in tribunale -. Il documento stilato dall’associazione è un concentrato di falsità. C’è la convinzione che io sia uno degli autori del delitto Mattarella, ma tutto ciò mette in evidenza i metodi utilizzati dall’associazione dei familiari per raggiungere delle verità di comodo».
L’ex Nar Cavallini querelerà i familiari delle vittime della Strage di Bologna
Il concetto di verità di comodo viene ribadito più volte nel corso della sua deposizione in cui attacca anche chi ha richiesto un nuovo processo per la strage di Bologna, imputando le stesse persone già scagionate in altre due occasioni. «Dopo due archiviazioni ben motivate – attacca Gilberto Cavallini -, un pm colpevolista e un gip che forse ha ritenuto troppo temerario sfidare il blocco dei familiari hanno deciso di ritirarmi in ballo».
«Che siano stati i fascisti è stato deciso a tavolino»
Poi Cavallini prosegue raccontando di un suo incontro nel corso dei precedenti procedimenti: «Quando sono cominciati i processi per la strage di Bologna, durante una pausa di un’udienza chiesi di parlare con il signor Secci, padre di una delle vittime e allora presidente dell’Associazione delle vittime al quale rivolsi la domanda se credeva veramente fossimo stati noi gli autori della strage. Il signor Secci rispose che la strage era sicuramente di matrice fascista, che noi eravamo fascisti e, se anche noi non eravamo gli effettivi autori, comunque sapevamo chi era stato e perciò dovevamo essere comunque condannati. Ho citato questo episodio per ricordare a questa Corte, che ora giudica me, che fin dai primi momenti la strage del 2 agosto è stata decretata come fascista dalle informative del Sismi».
(foto di copertina: Archivio Ansa)