Gli ex moderatori di TikTok fanno causa alla piattaforma per «trauma psicologico»
La piattaforma viene citata in giudizio insieme alla sua proprietaria ByteDance poiché accusate di non aver fornito adeguato sostegno psicologico a due loro revisori
25/03/2022 di Martina Maria Mancassola
In causa TikTok. Due ex revisori dei contenuti della piattaforma TikTok avrebbero citato in giudizio la famosa società e la proprietaria ByteDance accusandole di non aver fornito loro adeguato sostegno psicologico mentre questi, ogni giorno, erano impegnati nel lavoro « profondamente inquietante» di rimozione di contenuti video dalla piattaforma. La causa sostiene che TikTok e ByteDance avrebbero violato le leggi giuslavoristiche della California per non aver fornito a Velez e Young adeguato supporto per la loro salute mentale nonostante gli effetti negativi delle «attività anormalmente pericolose» con cui erano costretti ad impegnarsi ogni giorno.
Leggi anche > L’algoritmo di TikTok indirizza gli utenti (anche) verso disinformazione sul conflitto Ucraina-Russia
Causa TikTok: le accuse
I querelanti sono Ashley Velez e Reece Young, i quali hanno svolto un lavoro di moderazione/revisione per TikTok sotto contratto tramite società di terze parti, ovvero la società tecnologica canadese Telus International e Atrium, un’altra società avente sede a New York. Velez e Young stanno tentando di elevare l’azione legale a «class action» con l’obiettivo di coinvolgere e far partecipare anche altri moderatori di contenuti TikTok, sostenendo così collettivamente di essere stati tutti danneggiati fortemente dalle pratiche delle società. Secondo i due attori «gli imputati non sono riusciti a fornire un luogo di lavoro sicuro per le migliaia di appaltatori che sono i guardiani tra i contenuti non filtrati, disgustosi e offensivi caricati sull’app e le centinaia di milioni di persone che utilizzano l’app ogni giorno» e che, nonostante le aziende fossero ben a conoscenza dei rischi psicologici dovuti ad un’esposizione prolungata a tali video dal contenuto traumatico, né TikTok e né ByteDance avrebbero fatto alcuno sforzo per fornire «misure migliorative appropriate» per aiutare i due a gestire i periodi successivi ai fatti.
Velez e Young raccoltano a National Public Radio che quando hanno accettato il lavoro per TikTok, l’anno scorso, come revisori dei suoi video è stato detto loro che la piattaforma era «in prima linea di difesa dalla protezione dei bambini dalla violenza», mentre invece essi sono stati esposti a «molti atti di violenza estrema ed esplicita» compresi, tra i vari, anche episodi di omicidi, zoorastia e necrofilia. Entrambi sarebbero stati costretti, infatti, a visionare ore di filmati terribili e traumatici, spesse volte in sessioni da 12 ore di lavoro continuativo. Ciò avrebbe comportato loro disturbi psicologici che li hanno portati a sottoporsi ad un ciclo di consulenze, sostenendone i relativi costi, per imparare a gestire lo stress emotivo cui questo lavoro li ha esposti.
Velez ha prestato attività lavorativa per la piattaforma da maggio a novembre 2021, ed è solo uno dei circa 10.000 moderatori di contenuti in tutto il mondo che ogni giorno monitorano i video sulla TikTok, assicurandosi che il feed sia esente da contenuti violenti, brutali e psicologicamente devianti e, dunque, «pulito» e giocoso. TikTok è di proprietà cinese ed è l’invidia dei grandi dei social media poiché conta più di 1 miliardo di utenti attivi al mese. Il successo della piattaforma video dipende soprattutto dal lavoro di revisori/moderatori come Velez e Young che ogni giorno ripuliscono TikTok dai terribili contenuti che alcuni utenti caricano per evitare che altri iscritti possano visionarli. Le piattaforme social non sono nuove alle cause. Nel 2018 anche Facebook subì una class action che, però, risolse due anni dopo firmando un accordo che prevedeva il pagamento di $ 52 milioni a più di 11.000 moderatori che avevano riportato danni psicologici per i contenuti che ogni giorno avevano il compito di controllare sulla piattaforma.