Ai domiciliari il carceriere del piccolo Giuseppe Di Matteo, il bambino sciolto nell’acido per volontà di Brusca
06/05/2020 di Enzo Boldi
Nell’elenco dei 370 detenuti finiti agli arresti domiciliari per ‘motivi di salute’ compare anche il nome di Cataldo Franco. Si tratta del carceriere del piccolo Giuseppe Di Matteo, il bambino sciolto nell’acido – dopo esser stato sequestrato – per volontà di Giovanni Brusca. L’uomo, 85 anni, è uscito dal carcere di Opera lo scorso 28 aprile per via delle sue condizioni di salute che, secondo le spiegazioni, lo avrebbero messo ad alto rischio Covid-19. Una decisione, l’ennesima in questo periodo, che rischia di provocare inevitabili indignazioni.
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Cataldo Franco fu il carceriere del piccolo Giuseppe Di Matteo per circa due mesi, dalla fine dell’estate del 1994 all’inizio di ottobre. Poi fu trasferito dopo che lo stesso uomo incaricato di tenerlo segregato, chiede di spostarlo perché aveva esigenza di liberare il capannone della sua masseria – nella quale il piccolo veniva tenuto rinchiuso – perché aveva bisogno di spazi per procedere con la raccolta delle sue olive. L’85enne venne arrestato e condannato alla pena dell’ergastolo. Ma ora è tornato nella sua casa di Geraci Siculo (in provincia di Palermo) per motivi di salute. Lì proseguirà la sua pena.
Cataldo Franco, ai domiciliari il carceriere di Giuseppe Di Matteo
La decisione, come detto, rischia di incendiare gli animi. Già nei giorni scorsi i toni si erano molti accessi dopo la notizia del trasferimento ai domiciliari di molti altri detenuti – per reati a vario titolo, anche gravi – per motivi di salute, in tempi di Coronavirus. E il nome di Cataldo Franco rientra nelle lista dei 370 che, temporaneamente, proseguiranno di scontare la propria pena nelle loro abitazioni.
Il piccolo sciolto nell’acido
E Cataldo Franco ebbe un ruolo di spicco nel caso della barbara e macabra uccisione del piccolo Giuseppe Di Matteo. Il piccolo aveva 13 anni all’epoca del suo sequestro, avvenuto per volontà dei Corleonesi – guidati da Totò Riina e dai fratelli Brusca – dopo che il padre aveva deciso di diventare testimone di giustizia. Il giovane venne sciolto nell’acido dopo 779 giorni di prigionia.
(foto di copertina: da Tgr Rai)