La Lega ritira l’emendamento sulla castrazione chimica, ma poi vota quello di FdI

03/04/2019 di Enzo Boldi

Chiamiamoli giochi di politica per non tener mai le acque calme. La Lega, nonostante l’annuncio fatto martedì pomeriggio dal ministro per la Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno, è tornata agguerritissima in Aula e quest’oggi ha votato a favore dell’emendamento sulla castrazione chimica presentato alla Camera – in realzione al Codice Rosso – da Fratelli d’Italia. Un chiaro segnale al Movimento 5 Stelle che questo sarà un tema che il Carroccio non abbandonerà così facilmente.

Alla fine cambia poco e nulla. Montecitorio, infatti, ha bocciato l’ordine del giorno presentato dal partito di Giorgia Meloni (che ricalcava in moltissimi punti quello tornato nel cassetto degli esponenti del Carroccio) grazie ai voti contrari di Movimento 5 Stelle e degli altri partiti d’opposizione. Alla fine, infatti, il risultato finale della consultazione in Aula si è conclusa con 126 deputati favorevoli e 393 contrari.

La Lega lancia il segnale sulla castrazione chimica

Ieri la Lega, con il ministro e senatrice Giulia Bongiorno che ci aveva messo la faccia subito dopo l’approvazione dell’emendamento unitario tra maggioranza e opposizione sulla creazione della fattispecie di reato del Revenge Porn – aveva ritirato il suo emendamento al ddl ‘codice rosso’ volto ad introdurre la castrazione chimica su cui il M5S aveva annunciato voto contrario. Mercoledì pomeriggio l’ordine del giorno, che serviva a confermare la disponibilità del governo ad affrontare il tema della castrazione chimica, è stato votato solo dai proponenti di Fdi e dalla Lega.

Il ritiro dell’emendamento e il voto a quello gemello di FdI

Un passo indietro che ha il retrogusto del segnale lanciato dalla trincea leghista su un tema che, al pari della legittima difesa, è al centro della propaganda politica e delle idee di Matteo Salvini da diversi anni. Il voto di oggi ha confermato la distanza tra le due anime della maggioranza su questo tema, con il Movimento 5 Stelle che, questa volta, sembra non esser intenzionato ad assecondare le richieste dei colleghi di governo. Per ora.

(foto di copertina: ANSA/GIUSEPPE LAMI)

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