Caserma Piacenza: «Gli illeciti più gravi nel lockdown, faccio fatica a definire questi soggetti ‘carabinieri’»

La conferenza stampa sui fatti della caserma Piacenza sequestrata questa mattina in via Caccialupo nella città dell’Emilia-Romagna ha svelato un quadro decisamente complesso e che suscita irritazione. Sei militari sono stati arrestati, alcuni di questi sono in carcere e altri ai domiciliari. Le accuse sono quelle di tortura, estorsione e spaccio. Il procuratore capo di Piacenza non ha peli sulla lingua nel definire i contorni di questa operazione, condotta da Guardia di Finanza in collaborazione con la Polizia Locale.

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Caserma Piacenza, la reazione della procura

«Tutti gli illeciti più gravi sono stati commessi nel lockdown – ha detto Grazia Pradella, procuratore capo di Piacenza -, con il più totale disprezzo dei decreti emanati dalla presidenza del consiglio. Solo un militare della caserma non è coinvolto. Faccio fatica a definire questi soggetti “carabinieri” perché i comportamenti sono criminali. Non c’è nulla di lecito nei comportamenti».

In modo particolare, si diceva, gli illeciti commessi nel lockdown. Questi ultimi riguarderebbero anche dei permessi rilasciati in totale contraddizione con le norme nazionali – e soprattutto in un territorio molto colpito dal coronavirus come quello di Piacenza – ad alcuni spacciatori per andare a recuperare delle sostanze stupefacenti a Milano.

Caserma Piacenza, il comando provinciale: «Un colpo al cuore»

L’Arma dei Carabinieri, nella sua rappresentanza provinciale, si è detta molto imbarazzata per quanto accaduto: «Un colpo al cuore – ha detto il comandante Massimo Savo -. Da parte nostra vogliamo fare luce piena su quello che è successo. Non è giusto che ciò ricada sui tanti uomini dediti con onestà e generosità al proprio lavoro».

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