Cosa pensa il mondo della discografia del Suzuki Music Party?
Le case discografiche, dalla più piccola alla più grande, sono tutte d'accordo: un nuovo format di Amadeus non può che portare benefici alla musica
17/09/2024 di Gianmichele Laino
Probabilmente, neanche per le votazioni d’epoca risorgimentale c’era un plebiscito così ampio. Il Suzuki Music Party è stato accolto con grande favore da tutte le case discografiche. La manifestazione canora che Amadeus registrerà oggi 17 settembre e che andrà in onda sul Nove domenica 22 settembre avrebbe tutte le carte in regola, secondo gli addetti ai lavori, per dare un nuovo impulso alla musica italiana. Ed è una questione di interesse dal punto di vista mass-mediologico: qual è l’impatto che un canale non tematico che di certo – nonostante gli indici positivi – non può competere con Rai e Mediaset può avere sull’industria discografica italiana? Secondo le major e i discografici indipendenti, la soluzione è di primo piano.
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Case discografiche e Music Party, il parere positivo
Nei mesi scorsi abbiamo monitorato con attenzione il parere delle associazioni che rappresentano le case discografiche quando si trattava, ad esempio, di copyright e di problematiche a esso connesse. La critica nei confronti di piattaforme che non attribuivano le giuste royalties agli artisti (che comunque potevano godere di una platea potenzialmente planetaria) erano state molto aspre ed erano state all’origine di molte battaglie (che, ad esempio, avevano portato Meta a sospendere per un periodo di tempo tutti i brani del catalogo SIAE).
La nuova trasmissione di Amadeus, invece, sembra rappresentare una vetrina ideale per la musica italiana. La FIMI esprime soddisfazione. Intercettato da Rockol, il presidente Enzo Mazza afferma: «La possibilità di disporre di un nuovo appuntamento con una declinazione sugli inediti è sicuramente apprezzata, così come il ruolo di Amadeus che si è costruito una grande esperienza con gli ultimi festival. Siamo molto ottimisti su questo evento».
Gli fanno eco anche PIMI e AFI, che parlano dell’importanza del contenitore rispetto al contenuto e della possibilità di lavorare a più stretto contatto con Amadeus, una volta allontanatosi dalle logiche della Rai che, a quanto pare, risultavano abbastanza stringenti per alcune etichette discografiche, soprattutto quelle indipendenti.