La bufala delle pagine Facebook di Casapound bannate «perché c’è un nuovo governo»

Il complottismo regna «sovranista». Così, nelle ultime ore – soprattutto dopo la manifestazione a piazza Montecitorio con Lega e Fratelli d’Italia – si stanno diffondendo delle teorie senza alcun fondamento sul fatto che le pagine Facebook e Instagram di Casapound e di tutti gli altri account correlati siano stati cancellati a causa dell’imminente insediamento del nuovo governo.

Casapound e Forza Nuova bannate da Facebook, la fake news

In realtà le motivazioni sono altre e sono state spiegate, attraverso alcune indicazioni, dallo stesso quartier generale di Facebook in Italia: i social network di Mark Zuckerberg da sempre bannano individui o gruppi che incitano all’odio o che sono coinvolti in azioni violente, indipendentemente dall’ideologia o dalla motivazione. Non c’è stato un caso specifico che ha fatto scattare la misura, ma si è trattato di un processo molto lungo, che ha permesso una serie di osservazioni di base e che ha portato a questa decisione che, a quanto pare, risulta essere definitiva.

In modo particolare sui social network alternativi come Twitter, tuttavia, si stanno diffondendo delle teorie che vanno al di là delle semplici policy di Facebook e di Instagram (policy alle quali tutti devono attenersi, soprattutto se si tratta di movimenti politici pubblici). Come quella che, visto l’imminente insediamento del nuovo governo, la cancellazione delle pagine Facebook di Casapound e di Forza Nuova sia stata una diretta conseguenza di tutto ciò.

Le parole di Simone Di Stefano sul ban a Casapound

C’è chi – come Alessandro Meluzzi – afferma che sia iniziata una sorta di dittatura da stato di polizia. Lo stesso Simone Di Stefano, commentando a freddo la decisione di Facebook di bloccare i profili di Casapound e di Forza Nuova, aveva dichiarato che questo gesto era stato compiuto in un giorno simbolico (quello della manifestazione di fronte a Montecitorio, appunto) e che rappresentava una sorta di segnale per tutte le opposizioni. Dunque, il collegamento tra chiusura dell’account e politica veniva dato come un qualcosa di scontato.

Invece, si tratta semplicemente di una decisione presa in seguito a un approfondimento sull’utilizzo dei canali social, che non coinvolge alcuna parte politica, né la magistratura. È l’esclusiva scelta di una piattaforma privata, in base ai suoi regolamenti interni.

FOTO: ANSA/ANGELO CARCONI

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