Casalino ha impedito ai giornalisti di fare domande a Giuseppe Conte

La conferenza stampa si chiama così perché c’è, appunto, la stampa. E se c’è la stampa, ci sono anche le domande dei giornalisti che dovrebbero avere delle risposte da chi governa o da chi, in ogni caso, rappresenta un’istituzione. È la normale dinamica che nei Paesi democratici si usa per fare informazione. Invece, il portavoce del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, Rocco Casalino, ha impedito ai giornalisti, convocati a Palazzo Chigi per la conferenza stampa in cui il premier ha chiesto le dimissioni di Armando Siri, di fare domande.

Casalino nega le domande ai giornalisti presenti alla conferenza stampa

Quando il presidente del Consiglio aveva concluso il proprio intervento, infatti, i colleghi di altre testate avrebbero voluto fare delle domande per approfondire il tema e, magari, far luce su alcuni passaggi rimasti oscuri nei rapporti tra le due forze politiche in merito al caso di Armando Siri. Invece, la voce fuori campo di Rocco Casalino ha interrotto tutto. «Grazie, non ci sono altre domande, buona serata».

A chi ha fatto notare al portavoce della presidenza del Consiglio che si trattava di una conferenza stampa in cui sarebbe stato normale fare delle domande, Casalino ha risposto: «Non è possibile». Esattamente nello stesso momento, sulla pagina Facebook del presidente Giuseppe Conte, si è interrotta la diretta che aveva trasmesso la conferenza stampa.

Le domande che Casalino potrebbe aver impedito

Eppure, di domande ce ne sarebbero state a iosa. Si sarebbe potuto chiedere, ad esempio, perché si è aspettato tanto tempo – la notizia delle indagini su Siri è del 18 aprile – per arrivare a una decisione del genere. Oppure, quale sarà la strategia del governo nel caso in cui la Lega dovesse decidere di non votare o di votare contro le dimissioni di Siri nel prossimo consiglio dei ministri. Inoltre, il presidente del Consiglio sembra aver molto chiara l’accusa rivolta al sottosegretario delle Infrastrutture, tanto da dare alcuni dettagli sul provvedimento: perché nel governo nessuno ha svolto un ruolo di vigilanza preventivo per impedire che si arrivasse a questa situazione? E, infine, Giuseppe Conte ha detto che è assolutamente normale che alcuni rappresentanti dell’esecutivo ricevano delle sollecitazioni da parte di stakeholeders: è successo ad altri membri del governo? E se sì a chi? E in quale circostanza?

Non siamo al semplice «domandare è lecito, rispondere è cortesia». Questo atteggiamento nei confronti dei giornalisti rappresenta un serio problema per un’informazione democratica.

FOTO: ANSA/ANGELO CARCONI

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